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    Addio a Rav Samuele Zarrugh, storico leader della Comunità Ebraica di Livorno. Fadlun: “È stato una guida per tutti noi. Una grande perdita per l’ebraismo”

    Se n’è andato a 78 anni per un arresto cardiaco Rav Samuele Zarrugh, pilastro della Comunità Ebraica di Livorno, amato dalla collettività per il suo amore e impegno profuso nella vita ebraica.

     

    Nato a Bengasi, giunge in Italia nel ’67, quando gli ebrei sono costretti a lasciare la Libia. In Libia Zarrugh aveva conseguito i suoi studi, ma non riesce a laurearsi perché con lo scoppio della Guerra dei Sei Giorni la condizione degli ebrei nel paese cambia radicalmente, dunque anche lui e la sua famiglia, come tanti, tanti altri ebrei libici, sono costretti a fuggire per salvarsi.  Passando per il campo profughi di Capua, Zarrugh arriva poi a Livorno, dove il suo impegno in seno alla Comunità ebraica inizia sin da subito. Un impegno che aveva ereditato dalla sua famiglia, sempre partecipe e protagonista della vita ebraica in Libia. Aveva 25 anni quando nel 1970 diventa consigliere della Comunità di Livorno, di cui diventa presidente nel 1998. Uomo di grande cultura e fede aveva conseguito il titolo di Maskil al Collegio Rabbinico Italiano nel 1972.

     

    “Oggi abbiamo perso un padre nobile, una guida della nostra Comunità”: queste le parole di cordoglio in un lungo post su Facebook del Presidente della Comunità Ebraica di Roma Victor Fadlun, che sottolinea inoltre quanto la scomparsa di Zarrugh sia una perdita per tutto l’ebraismo italiano.

     

    “Un uomo di profonda ed originale cultura – continua il post -. Era figlio di una famiglia molto rispettata, gli Zarrugh appunto, e suo padre Gabriel Z’L’ era gabbai della Sla (Sinagoga) Grande di Bengasi, nonché capo della Comunità locale”.

     

    “Ascoltare di Shabbat la sua lettura della Tora’ incantava, lo ascoltavamo tutti col fiato sospeso e in religioso silenzio, senza perdere una parola: capivamo che era una preparazione risultato di studi che oggi non sapremo più replicare, un dono preziosissimo che ci faceva.  – ricorda Fadlun – Aveva una cultura religiosa e mistica alla pari di grandi Rabbanim. Aveva studiato e conosceva a fondo, tra l’altro, i testi dei maestri di Libia, quali Avraham Halfon, Chaim Addadi, Yaakov Raccah, che citava frequentemente. A nome mio, della Giunta e del Consiglio della Comunita’ Ebraica di Roma, esprimo la più profonda partecipazione e commozione alla famiglia e alla Comunità di Livorno”

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