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    La Jerusalem Foundation dona borse di studio ai giovani musicisti in memoria di Vivi Buaron

    Tenere vivo
    il ricordo attraverso la cultura, le arti ma soprattutto la musica. Così la
    Jerusalem Foundation dona, su iniziativa di Ermanno tedeschi – Presidente
    Italia Jerusalem Foundation – borse di studio a giovani musicisti in memoria di
    Vivi Buaron. Una donna eclettica, elegante, ma soprattutto generosa e pronta
    sempre ad aiutare il prossimo.

    Vivi, ebrea
    di origine tripolina, scomparsa a Roma il 10 agosto dello scorso anno, amava
    profondamente tutte le arti. “Anche durante la sua malattia l’unica a cosa a
    cui non ha mai rinunciato è stata la cultura. Ascoltare un concerto, andare a
    vedere una mostra o andare al cinema. Poteva rinunciare agli eventi mondani, ma
    mai alle manifestazioni culturali” ha detto a Shalom Bettina Di Nepi, sua figlia.

    La
    cerimonia di assegnazione delle borse di studio si è tenuta martedì 6 luglio al
    Jerusalem Music Centre a Mishkenot Shaananim. Durante l’evento i tre studenti
    meritevoli della borsa di studio si sono esibiti e si è inoltre tenuta una
    lezione del famoso maestro Murray Perahia.

    “Questa
    iniziativa è partita dal Presidente della Jerusalem Foundation Ermanno
    Tedeschi, in concomitanza con il concerto organizzato a gennaio in ricordo di
    mia mamma all’auditorium. In quel caso i fondi vennero però devoluti all’AIL.
    Questa volta, volendo rimanere nell’ambito della musica e delle arti, grande
    amore di mia madre, lo stesso mio figlio ha studiato per anni a Santa Cecilia.
    Si è deciso di stanziare queste borse di studio in suo ricordo, per dare
    un’opportunità ai ragazzi che studiano al conservatorio a Gerusalemme. Sin dal
    principio questa iniziativa ci è sembrata un’idea meravigliosa e stimolante” ha
    detto a Shalom Bettina Di Nepi, figlia di Vivi Buaron Z”L.

    Tre ragazzi
    talentuosi che saranno incentivati ancora di più a portare avanti la loro
    passione per la musica. Uno di loro, il clarinettista, porta con sé una storia
    incredibile. Si tratta di un giovane olev chadash, ossia di recente
    immigrazione in Israele, proveniente dalla Russia, passato dalla Polonia all’Inghilterra,
    e arrivato poi con 8 fratelli in Israele. Il giovane è stato sentito suonare
    casualmente nel mercato di machane Yehudà da un maestro della scuola che lo ha
    spronato a studiare.

    Costruire
    sogni, creare possibilità per tanti giovani in nome dell’amore per la Cultura
    quello che Vivi avrebbe sicuramente voluto. 
    “Mia madre nasce come imprenditrice, e in un secondo tempo si è
    accostata alla Jerusalem Foundation. Ha sempre amato la terra d’Israele. Il suo
    essere un Paese giovane, meritocratico e dinamico. Quello che la colpiva ogni
    volta che andava in Israele era proprio questo elemento legato alla gioventù.
    Ma soprattutto quanto fossero presenti i giovani nel settore culturale – ha
    condiviso Bettina Di Nepi – Ha davvero un significato speciale per la sua
    memoria questa iniziativa. Sono sicura che le due cose insieme, aiutare dei
    giovani alle prime armi con l’immenso patrimonio della musica, qui in Israele,
    l’avrebbe motivata e fatta felice” ha concluso.
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