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    EUROPA

    Allarme antisemitismo nelle università europee: tra tende, infiltrati e negazionismo

    Anche gli studenti universitari in Europa stanno iniziando ad emulare le azioni di chi ha occupato il pratone della Columbia University e di tanti altri campus del paese. I movimenti studenteschi pro palestinesi stanno iniziando ad accamparsi nelle varie università, limitando in alcuni casi il corretto svolgimento delle lezioni e fomentando un clima inquietante: una situazione difficile anche per gli studenti ebrei che in alcuni casi vedono fallire le governance degli atenei, ritenute talvolta lassiste nel fronteggiare il fenomeno dell’antisemitismo nei campus.

    In Francia e in Italia il fenomeno ha visto una grande partecipazione degli studenti, che pur non rappresentando la totalità della comunità studentesca è particolarmente rumorosa e, in alcuni casi, violenta. Oltralpe due delle università più importanti, SciencePo e la Sorbona sono diventate l’epicentro delle manifestazioni propal, che con estrema facilità sono sfociate nell’antisemitismo. Entrambi gli atenei sono stati sgomberati dalle forze dell’ordine, tuttavia gli studenti ebrei osservano con estrema preoccupazione il fenomeno. Nel nostro paese invece per il momento la partecipazione agli accampamenti non ha raggiunto un numero particolarmente grande, ma può raggiungere un’ampia partecipazione il 15 maggio, giorno in cui i movimenti Giovani Palestinesi, OSA e Cambiare Rotta hanno indetto un “Intifada degli studenti”, dove ci si aspetta la presenza anche di infiltrati. Questa iniziativa è attualmente monitorata dal governo, che ha organizzato per il 13 maggio un incontro interministeriale, nel quale parteciperanno il Ministero dell’Università e quello degli Interni.

    Nel Regno Unito, il primo ministro Rishi Sunak ha dichiarato in una riunione del suo gabinetto che c’è un “aumento inaccettabile” dell’antisemitismo nei campus, prima di un incontro con i vicerettori dell’università a Downing Street. Un portavoce ha affermato che il primo ministro ritiene che l’aumento dell’odio antiebraico abbia creato un’atmosfera ostile per gli studenti ebrei e che le attuali proteste filo-palestinesi che si svolgono nelle università del Regno Unito abbiano “un potenziale per portare anche a questo”. “È importante, sostiene il primo ministro, che a una minoranza vocale e aggressiva non venga permesso di intimidire altri studenti o accademici”.

    Nelle prossime ore la Segretaria dell’Istruzione Gillian Keegan si incontrerà con leader universitari in merito al crescente clima d’odio antisemita che sta investendo le università. Alla riunione sono attesi fino a 20 rettori universitari e sarà presente anche Dave Rich del Community Security Trust, il servizio di sicurezza delle comunità ebraiche inglesi.

    Il governo si aspetta che le autorità universitarie intraprendano “azioni vigorose” su questo tipo di comportamento per garantire che gli studenti si sentano sicuri nel campus.

    Mentre in Spagna circa 50 associazioni e il Coordinatore contro l’antisemitismo hanno inviato questo lunedì una lettera aperta alla Conferenza dei rettori (CRUE) denunciando “l’autocompiacimento e il permissivismo” delle manifestazioni antisemite nelle università spagnole. La lettera denuncia la mancanza di condanna dei feroci attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 e alcuni casi di antisemitismo, che hanno visto il silenzio delle autorità universitarie. Tra gli eventi denunciati, particolarmente grave è quello accaduto poche settimane fa presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università delle Isole Baleari. L’Aula Magna sarebbe stata assegnata al gruppo autoproclamato Cittadini per la Palestina, che l’avrebbe utilizzata per tenere conferenze sul “mito dell’Olocausto”. In quell’occasione hanno affermato inoltre “che il 7 ottobre non è stato un massacro, né un atto di terrorismo, ma piuttosto un atto di legittima difesa e resistenza contro il ‘colonialismo’ di Israele”. Gli organi accademici che hanno autorizzato l’incontro non solo non si sono scusati, ma hanno fatto appello al fatto che il campus è uno “spazio di dibattito e di conoscenza” in cui deve essere favorito “un ambiente di libera espressione e di analisi critica”.

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