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    L’attentato a Parigi del 1982. Il racconto di Rav Alain Lévi

    Se ne riparla oggi di quella ferita inferta alla Parigi ebraica nell’estate del 1982, quando pochi mesi prima dell’attentato al Tempio Maggiore di Roma che costò la vita al piccolo Stefano Gaj Taché e ferì decine di persone, esattamente il 9 agosto, ci fu un altro attacco terroristico a Rue de Rosier, che fece sei morti e ventidue feriti gravi. La vicenda è tornata alle cronache perché, come ha rivelato La Repubblica, sarebbe stato lo stesso gruppo terroristico palestinese facente capo ad Abu Zayed, a colpire a Parigi e a Roma, e per entrambe le stragi sarebbero state usate le stesse armi. Per ricordare l’attentato a Rue de Rosier, la via principale del piccolo quartiere ebraico nel centro di Parigi, Shalom ha intervistato un testimone, Rav Alain Lévi.

     

    Rav, che cosa si ricorda di quel momento?

    Non abitavo a Parigi, c’ero venuto per tenere una lezione a una libreria ebraica. Camminavo su una via parallela a quella dell’attentato e sentii il rumore delle esplosioni. Mi precipitai, ma era già tutto finito, i terroristi erano fuggiti, morti e feriti erano per terra, si cercava di soccorrerli. Il quartiere in quel tempo era pieno di piccole botteghe ebraiche, ma l’attentato colpì il ristorante kasher gestito da Jo Goldenberg, che era molto popolare in quel momento, ci andavano politici, intellettuali.

     

    Che reazioni ci furono da parte della comunità?

    Sul momento naturalmente panico e lutto. E anche molta rabbia. La sera ci fu una funzione alla Grand Sinagogue e volle partecipare anche il presidente Mitterand, che fra l’altro era stato talvolta cliente di Goldberg. Ma la sua presenza fu rifiutata, gli ebrei di Parigi legarono l’attentato alla politica della Francia diretta da lui. C’era la guerra del Libano in quel momento e la posizione francese era molto sbilanciata in senso anti-israeliano e filo-arabo. La Francia si mobilitò molto in quel momento per ottenere l’incolumità di Arafat e sottrarlo all’assedio.

     

    Alcuni attribuiscono una complicità o almeno una responsabilità ai servizi segreti francesi.

    Non posso dirlo, non sono uscite le prove. Di complicità dello Stato si è parlato soprattutto per altri attacchi terroristi. Ma certamente i responsabili di quell’attentato non sono mai stati processati. A un certo punto si disse che uno era stato catturato, ma poi non se ne è saputo nulla. Io non ho informazioni su questo tema.

     

    Non era il primo attentato contro sedi ebraiche.

    “No, due anni prima c’era stato l’attacco a Rue Copernic, anche allora con parecchi morti e feriti”.

     

    Poi la serie è proseguita, c’è stato l’attacco a Tolosa proprio dieci anni fa e molti altri episodi terribili.

    Sì, la serie dei crimini antisemiti in Francia è molto lunga.

     

    Perché la Francia è il paese europeo in cui il terrorismo contro gli ebrei è più diffuso?

    Questo terribile antisemitismo è certamente legato alla presenza araba. È la prosecuzione sul territorio metropolitano francese del terrorismo contro Israele.

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