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    "Un posto sotto questo cielo": il libro di Daniele Scalise sul caso Mortara presentato al Museo Ebraico

    Si è tenuta
    presso il Museo Ebraico di Roma la presentazione del libro “Un posto sotto
    questo cielo” (Longanesi) di Daniele Scalise. Sono intervenuti la
    Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello, il Rabbino Capo di
    Roma Riccardo Di Segni, lo storico Alberto Melloni, il Presidente della società
    Psicosintesi Terapeutica Gianni Dattilo ed Elèna Mortara Di Veroli,
    dell’Università di Roma Tor Vergata. L’evento è stato organizzato dal Museo
    Ebraico in collaborazione con il Centro di Cultura Ebraica.

    Il libro
    ripercorre le vicende, recentemente narrate nel film di Marco Bellocchio “Rapito”,
    del piccolo Edgardo Mortara e del caso che smosse le coscienze internazionali
    circa i battesimi forzati durante l’inquisizione. Siamo a Bologna il 23 giugno
    1858. Due guardie pontificie si presentano alla porta di Momolo e Marianna
    Mortara con un mandato della Santa Inquisizione: l’ordine è di prelevare il
    sesto dei figli, Edgardo, sostenendo che anni prima fosse stato battezzato di
    nascosto dalla domestica cattolica. Il piccolo Edgardo viene portato a Roma,
    strappato dalle braccia della sua famiglia e cresciuto sotto l’imponente figura
    di Papa Pio IX.

    Un
    interessante incontro, che ha posto la storia di Edgardo Mortara sotto la lente
    di diversi campi del sapere. Dallo storico, al religioso fino a passare per quello
    psicologico.

    “Ciò
    che ho davvero apprezzato di questo libro è che rappresenta davvero una miniera
    di riflessioni psicologiche” ha detto Gianni Yoav Dattilo.

    “Bisogna
    essere molto attenti e oggettivi quando si analizzano questi eventi storici. La
    domanda oggi è se il mondo cristiano rifarebbe quello che ha fatto. Per me è
    importante comunicare a tutti coloro che fanno film su questi temi, di
    documentarsi sempre e rappresentare gli eventi in maniera totalmente veritiera”
    ha affermato il Rabbino Capo nel corso del suo intervento.

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