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    ISRAELE

    Continua la caccia a Yahya Sinwar

    Parallelamente allo smantellamento della capacità militare di Hamas, continua senza sosta la caccia al suo leader nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar. Rispetto a poche settimane fa, in cui non si avevano più sue notizie, nelle scorse ore la mente dei massacri del 7 ottobre è tornato a farsi vivo con un messaggio recapitato all’inizio del mese da un corriere ad una riunione della leadership di Hamas in esilio a Doha, rassicurando sul fatto che gli attacchi israeliani non stavano eliminando tutti i combattenti.
    “Non preoccupatevi, abbiamo gli israeliani proprio dove li vogliamo”, ha affermato Sinwar secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, aggiungendo che il leader di Hamas a Gaza ha rassicurato il resto della leadership sull’operato delle Brigate Al-Qassam. Si scopre così come quanto sta avvenendo nella Striscia continua ancora a rientrare nei piani di Sinwar, secondo il quale le pressioni della comunità internazionale porteranno alla fine della guerra.
    Nel frattempo, la caccia al leader di Hamas prosegue, anche con l’aiuto di alleati come Stati Uniti e Gran Bretagna. Secondo funzionari israeliani e americani, ascoltati dal Washington Post, Yahya Sinwar si starebbe nascondendo nei tunnel sotto Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Le fonti hanno rivelato inoltre che secondo l’intelligence Sinwar si circonda di ostaggi israeliani e li usa come scudi umani. Per le intelligence di USA, Gran Bretagna e Israele il vero problema non è stanare il capo di Hamas, quanto portare avanti un’operazione per catturarlo o eliminarlo senza mettere in pericolo gli israeliani nelle sue mani. “Non si tratta di localizzarlo, si tratta di fare qualcosa senza mettere a rischio la vita degli ostaggi”, hanno detto le fonti al giornale.
    Un’altra questione centrale riguardo a Sinwar è se continuerà a comandare le forze di Hamas mentre si nasconde. La questione è oggetto di dibattito: secondo un alto funzionario israeliano, Sinwar sta ancora “prendendo decisioni” per conto dell’organizzazione terroristica, una dichiarazione che si discosta però da quella del ministro della Difesa Yoav Gallant a febbraio, in cui metteva in dubbio la capacità di Sinwar di comandare l’ala militare di Hamas.
    Comunque sia, la pressione dell’IDF e degli alleati si fa sempre più alta, riporta il Jerusalem Post. Secondo le informazioni dell’IDF, il leader di Hamas intendeva condurre i combattimenti da una base fortificata sotterranea chiamata “Stanza 6”, attrezzata per soggiorni prolungati con personale militare e linee di comunicazione. Tuttavia, il fatto che l’esercito israeliano sia entrato così in profondità nella Striscia, ha forzato Sinwar a spostarsi da un posto all’altro e pianificando le sue azioni di conseguenza. Secondo l’analisi dei reperti scoperti dall’IDF, sembra che Sinwar senta un’enorme pressione. “Sinwar si comporta in base all’ambiente circostante, che è in costante cambiamento. Crediamo non si fidi nemmeno di chi gli porta il cibo e di cosa gli viene servito da mangiare. Questo è un punto di pressione che non può essere ignorato” ha rivelato a Walla una fonte militare di alto livello.
    Con i progressi militari sopra e sotto terra nell’area di Khan Yunis e sullo sfondo delle dichiarazioni israeliane sull’intenzione di manovrare a Rafah, la pressione su Sinwar e altri alti funzionari di Hamas aumenta ogni giorno. Si prevede che si trasferirà, o si è già trasferito, nelle infrastrutture sotterranee di Rafah. “Ogni ora che passa va a suo discapito”, ha aggiunto la fonte. “Il ritmo dei progressi nella ricerca dei tunnel è effettivamente lento, ma sta progredendo. La mia valutazione è che sia sul punto di trasferirsi a Rafah. In un modo o nell’altro lo prenderemo, anche se ci vorranno ore o mesi. Secondo quello che ha lasciato, la distanza tra noi e lui sarà accorciata da un suo errore di troppo”.

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