
Una tragedia ha sconvolto una casa di riposo di New York. Nina Kravtsov, 89 anni, sopravvissuta alla Shoah e originaria dell’Ucraina, è stata uccisa nella stanza che divideva da appena due giorni con un’altra ospite. A essere arrestata con l’accusa di omicidio è stata la sua compagna di stanza, Galina Smirnova, 95 anni.
Secondo quanto riportato da Ynet News, il personale della struttura ha sentito forti rumori provenire dalla camera verso le 22:00, circa un’ora dopo che Kravtsov era andata a dormire. Entrati nella stanza, gli infermieri presenti hanno trovato la donna a terra, in stato di incoscienza e con profonde ferite al volto. Accanto al letto c’era un pedale metallico insanguinato, smontato da una sedia a rotelle, mentre un altro pezzo era stato gettato dalla finestra.
Al momento dell’arrivo degli agenti, Smirnova si trovava in bagno, indossava una vestaglia sporca di sangue e stava lavandosi le mani, come ha raccontato un investigatore. L’anziana è stata arrestata con l’accusa di omicidio di secondo grado e possesso illegale di arma, e sarà sottoposta a una valutazione psichiatrica per sospetta demenza.
La famiglia della vittima ha espresso sdegno per l’accaduto, accusando la direzione della casa di riposo di negligenza nell’assegnazione delle stanze e nella supervisione degli ospiti. Secondo i familiari, collocare accanto a Kravtsov una donna con problemi cognitivi senza adeguati controlli avrebbe avuto conseguenze fatali. La figlia della vittima, Lucy Flom, accorsa dalla Florida dopo aver appreso delle condizioni critiche della madre, ha scoperto solo all’arrivo che la donna era già deceduta.
I familiari hanno annunciato l’intenzione di chiedere giustizia sia sul piano penale, procedendo contro Smirnova, sia su quello civile, con una causa per danni contro la casa di riposo. “È inaccettabile che una donna che aveva sopportato così tanto nella vita trovasse la morte in un luogo che avrebbe dovuto proteggerla”, ha detto alla stampa la famiglia della vittima.