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    Mondo

    Nastri gialli ai Golden Globe per non dimenticare gli ostaggi

    La questione degli ostaggi a Gaza deve restare in primo piano. Questo lo scopo dell’organizzazione israeliana ‘Bring Them Home’, che, poco prima della cerimonia di premiazione dei Golden Globe, ha distribuito spille a forma di nastro giallo ad attori, produttori e alti dirigenti.
    Fra coloro che l’hanno indossata, l’attrice J. Smith Cameron, nota per il suo ruolo in “Succession”, serie TV cha ha vinto quattro statuette, John Ortiz di “American Fiction”, Jesse Sisgold, presidente di Skydance Media, Jon Weinbach produttore di “Air”, film candidato alla migliore commedia, battuto poi da “The Bear”, Brian Robbins, presidente e CEO di Paramount Pictures e Nickelodeon, Julia Rapaport di Amazon Studios, Ynon Kreiz presidente e CEO di Mattel.
    I nastri gialli – segno distintivo internazionale di solidarietà con chi è in condizioni di prigionia – sono diventati popolari durante la ‘crisi degli ostaggi’ in Iran del 1979, quando cinquantadue americani furono tenuti prigionieri a Teheran per 444 giorni.
    In Israele sono apparsi per la prima volta nel 2006, quando il soldato Gilad Shalit fu rapito da Hamas e rilasciato cinque anni dopo.
    L’IDF ritiene che al momento 136 ostaggi israeliani siano nelle mani di Hamas a Gaza.

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