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    Mondo

    Identità, religione e cibo dopo il 7 ottobre

    Eyal Shani, celebre chef israeliano, sta trasformando la sede di Times Square di Miznon, catena di importante riferimento per lo street food, in un ambiente completamente kasher. L’idea di Shani è nata come un qualcosa di strettamente legato a Israele e alla sua tradizionale cucina per poi, in pochi anni, diventare una catena di ristoranti informali con filiali in tutto il mondo, incluse Las Vegas, New York, Parigi, Vienna, Melbourne, Londra e molte altre.
    Il menù è vario: vi sono, come afferma la loro pagina internet, “pite e piatti della scena street food israeliana intrisi dello spirito ribelle e della passione per gli ingredienti puri dello chef Eyal Shani”; inoltre, i ristoranti nei diversi paesi hanno i loro piatti speciali, inventati dallo chef, i quali si adeguano a quel determinato quartiere e a quella città. Nonostante il fatto che il ristorante a 1410 Broadway sulla 39esima Strada abbia quasi da sempre servito carne glatt kosher e, al contrario, non abbia mai inserito e/o servito latticini, a breve sarà dotato di un certificato di kasherut sotto la supervisione del rabbino Aaron Mehlman della National Kosher Supervision.
    Dopo il grande successo del suo primo ristorante kasher, Malka, nell’Upper West Side, l’esigenza di Shani di trasformare anche questo suo secondo ristorante è diventata quasi un’urgenza dopo l’attacco di Hamas in Israele il 7 ottobre 2023. A rigor del vero, lo chef israeliano sostiene che il suo ristorante, finalmente kasher, potrà essere “un posto felice in questo momento molto infelice”, riferendosi, chiaramente, alle aggressioni verificatesi durante e dopo quella triste giornata d’ottobre. La scelta di questa trasformazione è stata, dunque, sia ideologica che pragmatica. Lo chef ha capito quanto sia importante la sua identità e che i suoi connazionali si sentano sicuri, potendo finalmente mangiare quei piatti che tanto desideravano, ma che non potevano assaggiare a causa della mancata kasherut. Malgrado il normale e leggero aumento dei prezzi, Shani spera che le persone possano continuare ad avvicinarsi alla cultura israeliana, in un luogo nel quale ebrei di tutto il mondo e israeliani possano incontrarsi e condividere bei momenti, oltre che buon cibo. Inoltre, proprio come i suoi ristoranti si assicurano che vi siano sempre opzioni vegane e fanno uno sforzo enorme per accoglierne così tante altre, non è complicato avvicinarsi ai ristoranti kasher, luoghi nei quali, dal 7 ottobre, afferma lo chef, “tutti sono diventati più aperti e connessi, più accomodanti e vicini alle nostre radici”.

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