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    ISRAELE

    La storia di Hayim, il filosofo dj che amava la musica e voleva la pace

    Camminando nel Kibbutz Holit oggi, a più di 100 giorni dal brutale attacco terroristico del 7 ottobre, sono ancora visibili i resti di vite bruscamente spezzate. Giardini in fiore, libri che aspettano pazientemente nelle librerie di esser letti e un assordante silenzio che penetra attraverso le case, dove i fori di proiettile fanno da triste promemoria sulle pareti. La stessa atmosfera permea la casa del defunto Hayim Katsman, che rimane tristemente tranquilla dopo il suo tragico omicidio. Coloro che lo conoscevano hanno raccontato che le pareti della sua casa, adornate con simboli di pace e amore, riproducevano regolarmente musica che affascinava i sensi – dall’hip-hop palestinese all’elettro-dabke siriano, e persino alla techno libanese.
    Nei suoi brevi 31 anni, Hayim ha fatto vari lavori, aveva un dottorato di ricerca, era docente di filosofia, ma anche meccanico d’auto e spesso contadino. Ma soprattutto era un DJ che suonava una vasta gamma di musica araba. La sera prima del massacro di Hamas, Hayim ha deciso di fare un salto ad una festa a soli dieci minuti dal Nova Festival, ed è tornato a casa sano e salvo. Tragicamente, poche ore dopo quello stesso sabato mattina, i residenti del Kibbutz Holit, incluso Hayim, si sono svegliati in uno scenario che sembrava quasi un film dell’orrore.
    “Venerdì 6 ottobre, avevo discusso con Hayim sull’andare o meno ad una festa. Ho pensato tra me e me che avevamo un altro concerto più tardi nel mese e dato che vivo nel nord, ho scelto di partecipare alla seconda performance. Sfortunatamente, non siamo riusciti a esibirci al kibbutz come pensavamo” ha raccontato Nadav Gvir, un ex membro del Kibbutz Holit e amico di Katsman.
    “La chat di WhatsApp del Kibbutz stava scoppiando. Ho dunque cercato di capire cosa stava succedendo, ho chiamato Katsman, penso che fossero le 7 del mattino, e lui ha risposto tranquillamente: “Sono nella stanza bunker, sento degli spari. Ora ci sono grida in arabo nel quartiere, sono bloccato a casa senza attrezzatura e non so cosa stia succedendo, ci sentiamo presto”. Ha aggiunto Maor Mintz, un altro amico di Katzman e membro del kibbutz, che non era però a Holit quel fine settimana. “È stata l’ultima volta che gli abbiamo parlato”, ha detto Mintz.
    Secondo i resoconti condivisi da amici e parenti, mentre i terroristi stavano penetrando nel kibbutz, Katsman correva coraggiosamente di casa in casa, cercando di aiutare i bisognosi. Questo lo ha portato poi nell’abitazione di Avital Aljam, la sua vicina. Insieme i due hanno cercando rifugio nella camera bunker. “Avital e Hayim si sono nascosti nell’armadio all’interno della stanza sicura, ma i terroristi sono riusciti a entrare in casa, stondando la porta”, spiega Mintz. “Ho ricevuto il messaggio che il mio amico era stato ucciso intorno alle 22:00 quella notte. Non conosciamo le circostanze esatte”.
    Katsman, come descritto dai suoi amici e conoscenti, possedeva una personalità fuori dal comune. Aveva una passione particolare per la musica araba, che ha suonato come DJ in molti locali, parlava fluentemente l’arabo e sognava la pace.
    Originario di Petach Tikva e cresciuto in un ambiente religioso sionista, Katsman ha gradualmente preso le distanze dalle pratiche religiose della sua famiglia e le sue convinzioni politiche hanno iniziato a propendere verso sinistra. “Tutta la sua vita era incentrata sulla pace, l’unità, l’amore e la capacità di costruire relazioni con gli arabi. Ha studiato arabo, parlava la lingua fluentemente, aveva una profonda conoscenza della musica araba. “Anche i suoi studi di dottorato si sono concentrati su questo argomento” ha raccontato Achi Sitbon, uno dei suoi migliori amici.
    Perché gli piaceva la musica araba? Katsman, secondo quanto raccontano gli amici e i parenti, credeva fortemente che la mancanza di familiarità con l’altra parte fosse ciò che teneva israeliani e palestinesi divisi e in conflitto. Era convinto che, suonando durante i suoi DJ set, potesse promuovere le connessioni tra persone, culture e in definitiva contribuire alla pace tra gli individui.
    “Non ho mai conosciuto nessun altro come lui che avesse una convinzione così forte di quello che faceva. Si è offerto volontario per trasportare palestinesi da Gaza per controlli medici in Israele, non solo per fornire assistenza, ma anche per avere conversazioni significative e connettersi con nuove persone. Si è anche offerto volontario per sostenere gli agricoltori palestinesi nelle colline meridionali di Hebron” ha raccontato il suo amico Mintz.
    Due mesi dopo l’omicidio nel kibbutz, gli amici di Katsman hanno organizzato una jam session speciale in sua memoria al birrificio Iszis, luogo dove Katsman suonava regolarmente con tutti i membri del kibbutz. “Katsman ha lasciato un pezzo di sé stesso ovunque, nella sua musica, nella sua collezione di strumenti musicali e nel suo stile DJ – riflette uno dei suoi amici – È presente in ogni aspetto”.

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