“Il nemico sta cercando di toglierci la vita e noi, che abbiamo chiamato il nostro bambino Ivri Haim (‘gli ebrei vivono’), dovremmo mostrargli che cosa sia la vita vera, piena di gioia e di luce, perché questo è quello che siamo. Questo è il nostro popolo”. Ecco le parole del soldato israeliano Barak Farber, che ha celebrato, insieme alla moglie Shira e ai commilitoni, il brit milà (‘la circoncisione’) del figlio nella base del 23esimo battaglione di riserva della brigata Alexandroni, a nord d’Israele lungo il confine con il Libano.
“Come tutti, la guerra ci ha colti durante lo Shabbat a Simchat Torah. – ha detto Farber in un’intervista a Ynet – Eravamo in casa e quando abbiamo ricevuto la telefonata, ci siamo alzati come gli altri. Nonostante mia moglie fosse allora a metà del nono mese di gravidanza, non abbiamo avuto un attimo di esitazione. Il popolo di Israele è al di sopra di ogni altra cosa e questo è il nostro compito adesso”.
In una situazione di normalità, i genitori avrebbero festeggiato con i loro parenti più stretti in un luogo più intimo, ma sentivano che non era il momento. “La circoncisione di un bambino è un evento molto privato, ma d’altra parte appartiene universalmente ad ogni ebreo. – ha detto Farber – Era chiaro, fin da quando è iniziato questo conflitto, che il brit milà sarebbe stato qui, perché qui è il nostro cuore, ed è qui che il popolo di Israele ha bisogno di noi. Israele ha bisogno di essere riempito con uno spirito di coraggio e libertà, con uno spirito di vita nuova”.
La cerimonia, organizzata da Yochai Ezra, a capo dell’organizzazione ‘One Front’, è avvenuta alla presenza del rabbino capo di Safed, Rabbi Shmuel Eliyahu. ‘One Front” è stata istituita per aiutare le forze combattenti nel conflitto. Ogni giorno, i volontari portano oltre mille pasti alle truppe sul campo e distribuiscono le attrezzature acquistate con le donazioni.