Skip to main content

Ultimo numero Settembre – Ottobre 2024

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Vaerà: L’importanza dell’opposizione

    Di Donato Grosser

    “L’Eterno parlò a Moshè e ad Aharon incaricandoli di recarsi dai figli d’Israele e dal Faraone, re d’Egitto, con l’ordine di fare uscire i figli d’Israele dalla terra d’Egitto” (Shemòt, 6:13).             Dopo questa affermazione la Scrittura interrompe il racconto e inizia a elencare i capi delle famiglie, cominciando dal primogenito Reuvèn, seguito da Shim’on e da Levi. A questo punto il testo…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Il fine vita e la sofferenza: il pensiero ebraico

    Di Rav Riccardo Di Segni

    Sull’eutanasia nella riflessione ebraica si incontrano/scontrano almeno due principi diversi: il divieto di uccidere e il diritto a non soffrire.Non esistono indicazioni chiare e specifiche su questi punti nella Bibbia, ma da questa vengono comunque tratte le basi per il ragionamento successivo della tradizione.Il divieto di uccidere, che già in Genesi 9 deriva dall’enunciato che l’uomo è fatto a immagine…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Shemòt: Cosa fece Moshè a Midian per i suoi fratelli?

    Di Donato Grosser

    Moshè nacque quando era in vigore il decreto del Faraone di buttare i figli maschi degli israeliti nel fiume. La madre Yokheved riuscì a nasconderlo per tre mesi grazie al fatto che era un bambino buono che non faceva rumore, ma poi essendo diventato impossibile tenerlo ancora nascosto, costruì una cesta di vimini, la rese impermeabile e la mise nel…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Vayechì: Figli, nipoti e pronipoti

    Di Donato Grosser

    La parashà inizia con queste parole: “E Ya’akov visse in Egitto per diciassette anni. Egli visse per centoquarantasette anni” (Bereshìt, 47:28).             R. Chayim Yosef David Azulai (Gerusalemme, 1724-1806, Livorno) nel suo commento Panìm la-Torà cita il suo parente, rav Israel Zeevi (Chevron, m. 1731) che chiede per quale motivo Ya’akov rimase in Egitto negli ultimi diciassette anni di vita, se aveva un così grande desiderio di abitare nella…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Vaygàsh: Yehudà, avvocato difensore

    Di Donato Grosser

    Dopo che l’accusa di spionaggio fu dimostrata infondata grazie all’arrivo in Egitto di Beniamino insieme con gli altri suoi fratelli, Yosef li mise nuovamente alla prova. I fratelli non avevano avuto scrupoli nel vendere Yosef come schiavo. Ora per dimostrare il loro senso di fratellanza, era necessario vedere come si sarebbero comportati per salvare Beniamino dall’accusa di furto e dalla…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Le luci di Chanukkà illuminano il Tempio

    Di Rav Jacov Di Segni

    La vittoria miracolosa dei Maccabei sul potente esercito dei Siro-Ellenisti (165 a.e.v.) culminò con l’inaugurazione (Chanukkà) del Bet Hamikdàsh, che era stato profanato dai Greci con statue e idoli. I Maccabei, secondo la tradizione, una volta entrati nel Tempio, trovarono solo una piccola ampolla d’olio puro sigillato che, sebbene sarebbe dovuto bastare per un solo giorno, durò invece per otto…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Mikètz: Perché Yosef accusò i fratelli di spionaggio?

    Di Donato Grosser

    L’accusa di spionaggio è assai facile. Basta affermare che l’accusato ha guardato qualcosa di sospetto per metterlo in guardina. Questa era appunto l’accusa inventata da Yosef nei confronti dei suoi fratelli per verificare che si fossero pentiti di quello che gli avevano fatto e che fosse possibile ristabilire un rapporto fraterno con loro.  Nella parashà è raccontato che a causa della carestia i…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Vayèshev: Yosef aveva due prove di essere innocente

    Di Donato Grosser

    Nella parashà è raccontato che Yosef venne venduto da nove fratelli a una carovana che viaggiava verso l’Egitto. Reuven era assente e Binyamin, il più giovane, era a casa con il padre Ya’akov. Venne acquistato come schiavo da Potifàr che, rendendosi conto delle sua straordinarie capacità, gli affidò la direzione di tutta la sua casa. La moglie di Potifàr gli mise gli occhi addosso,…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    L’importanza della donna

    Di Sandro Di Castro

    Molte volte in modo superficiale si afferma che nell’ebraismo la donna sia considerata “inferiore” rispetto all’uomo. A testimonianza di questa tesi si porta la benedizione mattutina “Benedetto…. Che non mi hai fatto donna”. Nello studio di tutto ciò che riguarda l’ebraismo non ci si deve fermare alla semplice lettura testuale, ma si deve approfondire, ricercare. Molti autorevoli Maestri interpretano questa frase…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Vayshlàkh: L’effetto deterrente dell’azione di Shim’on e Levi

    Di Donato Grosser

    Ritornando da Charàn, Ya’akov acquistò dai figli di Chamòr, re di Shekhèm, un terreno per accamparsi. La figlia Dina andò a vedere le ragazze del paese e in quell’occasione il principe che si chiamava Shekhèm come la città, figlio di Chamòr la rapì e la violentò. Poi chiese al padre Chamòr di rivolgersi a Ya’akov per chiedere Dina in moglie.…