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    Addio a Igael Tumarkin. Artista della materia e dei conflitti 


    Si è spento oggi a 87 anni Igael Tumarkin artista che ha fatto dell’assemblaggio di materiali e immagini la sua principale tecnica artistica, come metafora della sua complessa vicenda personale fatta di spostamenti, incontri e conflitti. 


    Nato a Dresden (Germania) nel 1933, a due anni era arrivato in Israele con la madre entrando al servizio della Marina Militare negli anni Cinquanta. 


    Tumarkin era noto soprattutto per le sue sculture, pratica a cui si era avvicinato anche grazie a Rudi Lehmann, studiando con lui in un villaggio di artisti vicino Haifa. L’artista era poi tornato in Germania per lavorare come scenografo insieme a Karl von Appen per Bertold Brecht. 


    Negli anni Sessanta era di nuovo in Israele, contribuendo con il suo modo di fare scultura a rinnovarne il linguaggio locale. La sua arte era fatta di influenze che vanno dal Dada al Pop, dai viaggi in Giappone a quelli in America, portando nuovi modi e contenuti compresa la protesta politica. Da quel momento cemento, vetro, vecchie armi e materiali di scarto divennero cifra riconoscibile del suo lavoro.


    Questo approccio drammatico e innovativo lo portò a essere uno degli artisti in rappresentanza d’Israele alla Biennale di Venezia del 1964, un’edizione di rottura che vedeva tra l’altro il trionfo della Pop Art americana a livello internazionale. 

    Molti i monumenti e le opere pubbliche che ci lascia. Tra queste si ricorda il ‘Mitzpe Moav’ (1962-1968), nei pressi di Arad, a picco sul Mar Morto: una complessa costruzione in cemento e armi danneggiate che diventa punto di osservazione nel deserto. 


    Tumarkin ha più volte affrontato il tema della memoria come nel “Monumento alla Shoah e alla resurrezione” (1972) posto nell’attuale Kikar Rabin a Tel Aviv. La scultura è composta da una piramide con la base verso l’alto -“una gabbia rovesciata” come la definì lui stesso  – posta su un elementi triangolari che sovrapposti evocano un Maghen David. L’artista scelse così una delle immagini più riconoscibili che trova un ideale legame con un altro memoriale sullo stesso tema realizzato da un artista italiano: il monumento di Corrado Cagli a Gottinga (1971-1973).

    L’opera grafica di Tumarkin ha riportato sul supporto bidimensionale i temi affrontati nello spazio intensificando, con gli anni Ottanta, l’assemblaggio di immagini legate a personaggi della politica e della cultura con chiare influenze Pop. Durante la sua carriera è stato anche artista riconosciuto vincendo tra l’altro l’Israel Prize nel 2004, che creò dibattiti sulla sua figura. Una personalità che ha raccolto pareri contrastanti, ma in grado di accendere riflessioni sulla cultura, sulla politica e sulla società.

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