Amir Gutfreund è nato il 23 luglio 1963 ad Haifa e morto il 27 novembre 2015 nella medesima città. Figlio di sopravvissuti alla Shoà fu colonnello dell’aeronautica militare israeliana ma anche ricercatore di matematica e fisica; è annoverato oggi tra i maggiori scrittori israeliani. Grazie ai suoi libri è stato insignito del Buchman Prize, del Sapir Prize e del Book Publishers Association’s Gold Book Prize. Da Per lei volano gli eroi, più precisamente dalle ultime settanta pagine, è stata tratta la serie tv Netflix di Omri Givon.
“Per lei volano gli eroi” può esser considerato il suo capolavoro. Eshkol Nevo lo ha definito “Un romanzo monumentale. Una storia d’amore e di amicizia in una miscela di umorismo e compassione…”. Un’opera che riesce ad intrecciare sinergicamente la grande storia e i mutamenti dello stato d’Israele nel corso degli anni, alla storia personale di ciascun personaggio. La storia di un’amicizia, di cinque ragazzi diversi come solo i veri amici sanno essere, che abitano in un quartiere popolare di Haifa e provengono da ambienti socioculturali estremamente diversi. Ma sarà proprio la loro diversità caratteriale, il modo differente di vedere la vita, di elaborare l’atrocità della guerra, e le loro storie familiari a legarli tanto profondamente.
Arik la voce narrante, che sogna di diventare uno scrittore. Benni, Zion, Gideon e Yoram. Cinque amici inseparabili che nella loro diversità condividono un grande affetto per Michal, la sorella minore di Benni. Lei è la donna per cui volano gli eroi. Ma il personaggio più significativo del libro, il più potente che si insinua pagina dopo pagina prepotentemente è Israele: con i suoi tanti personaggi che gravitano intorno al microcosmo di questo quartiere dove passano gli anni, si succedono gli attentati, le guerre, la tristezza, la felicità, i governi, la morte e gli amori. Personaggi diversi ma che si completano costruendo inconsapevolmente un mosaico variopinto, specchio della realtà contraddittoria e ricca che da sempre contraddistingue la società israeliana. Gutfreund è in grado infatti di ripercorrere la storia attraverso la lente di chi l’ha vissuta, disegnandone i contorni. Una narrazione che corre storicamente e che vedrà i cinque amici protagonisti di un’ultima missione alla fine degli anni Novanta. Divenuti ormai adulti, con la loro storia personale, le loro ferite, e i loro successi si ritroveranno uniti da un solo scopo: salvare la bella Michal, tenuta prigioniera a Chicago da una setta guidata da un ex soldato israeliano, rimasto intrappolato psicologicamente sul monte Hermon durante la guerra del Yom Kippur. Così la narrazione spicca il volo geograficamente conducendoli lontano da casa, ma dando sia al lettore che ai cinque amici la possibilità di compiere un viaggio di formazione senza fine. Un libro meraviglioso, potente e indimenticabile.