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    La storia di Yaakov, tornato all’ebraismo

    Lasciato dalla madre durante la Shoah, Yaakov è cresciuto come cristiano ed è diventato sacerdote.  Anni dopo, scoperta la verità, si è riavvicinato all’ebraismo.

     

    La storia, come riporta Arutz Sheva, inizia nel 1943 in una piccola città non lontana da Vilna: durante il periodo della persecuzione nazista, la giovane Batya lasciò alle cure della famiglia Vashkinel un bambino di pochi giorni. Nonostante i timori di allevare un bimbo ebreo in quel terribile momento, Amelia Vashkinel decise di accoglierlo.

     

    Batya sussurrò il nome e scomparve: “Avevi un cognome tipicamente ebraico – ha detto la madre adottiva, quando gli ha rivelato il segreto 35 anni dopo – Ma l’ho dimenticato molto rapidamente. Avevo paura che sarebbe stata una condanna a morte. Non volevo ricordare nulla di quella notte”. Yaacov, così, scoprì di essere ebreo, quando già era sacerdote in Polonia.

     

    Alla volontà di riavvicinarsi alle proprie origini ha contribuito l’organizzazione Yad L’Achim. Di recente il rabbino Chanoch Gechtman, ha incontrato Yaakov, che ha ascoltato lo Shofar, paragonando il suono al grido profondo di un figlio, perduto da tempo, che torna da suo padre. “Questa è la mia storia, quella di un bambino imprigionato” ha detto Yaakov, che ora ha 81 anni. “Guarda come vanno a finire le cose incredibili. – ha aggiunto Yaakov – L’Hashgacha ha voluto che in giovane età sia stato un insegnate e poi un sacerdote. Non mi sono mai sposato. Immagino che se le cose fossero andate diversamente, sarebbe stato molto più difficile per me lasciare tutto e ritornare alla religione dei miei Padri”.

     

    Ora Yaakov vive a Gerusalemme e lavora per Yad Vashem.

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