Anche uno spazio piccolo come quello di un ex libris, cioè quell’etichetta o contrassegno che da secoli viene apposto sui libri per indicarne il proprietario, può raccontare la storia di chi lo ha realizzato e del possessore. Le immagini e le lettere che lo compongono danno una traccia sugli interessi e la personalità del proprietario, nonché sullo stile dell’eventuale artista.
Per esempio, ne esiste uno realizzato all’inizio del secolo scorso che può essere ricordato come un piccolo simbolo di diverse battaglie per la propria affermazione. L’affermazione come artista di Emma Dessau Goiten (1877-1968) – in un modo che faticava ad accettare il ruolo delle donne indipendenti – dall’altra delle idee sioniste che accumunavano la pittrice e il committente, l’avvocato Ludwing Franck.
Emma Goiten di nascita tedesca aveva studiato arte prima a Karlsruhe poi a Londra, per arrivare infine Italia nel 1901, dopo aver sposato il fisico Bernardo Dessau. Gran parte della sua vita si svolse poi a Perugia, lavorando per la sua affermazione in campo artistico. Quello dell’arte era sicuramente un ambiente ostile per una donna, soprattutto in un settore così specifico come quello delle xilografie (stampa da matrici in legno incise) e degli ex libris dove la Dessau Goiten si stava ricavando un posto d’onore.
L’etichetta realizzata per Franck metteva insieme il suo percorso nella tecnica d’incisione con il sentimento per la Terra d’Israele, attraverso una rappresentazione simbolica. Un uomo muscoloso ha issato una bandiera con il maghen David sulla sua barca, in direzione di Sion. Le acque sono agitate e a indicare la rotta c’è una figura femminile alata, che tiene la mano sulla spalla del navigatore. Per raggiungere la meta non basta solo la forza fisica, ma anche quella strategica di chi osserva dall’alto e ha una visione d’insieme.