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    E la concia tornò sola…

    Ormai è certo, la vita è dura e rincara tutto, pure il pane, il latte e le verdure. Il motivo è presto detto, il costo delle semine è raddoppiato e Coldiretti ha lanciato l’allarme: dai campi alle stalle si impennano i costi di produzione. Con la fine della pandemia, il gasolio è salito fino al 50 per cento non soltanto per gli automobilisti ma anche per gli agricoltori che lo utilizzano per l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Il rincaro dei costi energetici riguarda anche il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi, per l’acquisto dei fertilizzanti, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio.

     

    Tradotto per broccoletti, spinaci, insalata, pomodori e… suspance… pure per la zucchina romanesca… Sì, proprio lei, la regina della concia. Per i fruttivendoli del mercato il prezzo ormai è alle stelle, può arrivare fino a 4,99 euro al kg. Aggiungiamoci l’olio per friggere, anche le olive rincarano come tutto il resto, e l’aceto kasher, da sempre più caro, ed ecco che la vecchia concia, il piatto popolare di Piazza, diventa un contorno gourmet da ristoranti di lusso. E l’indivia? 2.50-3.00 al kg. E le alici? “Be’ – spiega Umberto il pescivendolo – con le alici si è fatto un gioco sporco”. Ovvero? “Siccome ce n’erano tante, adesso ne pescano di meno per far salire il prezzo”. Che si può aggirare fino a 8-10 euro al kg… La frittura di paranza sta a 20 euro al kg, orata e spigola a 35 euro, sogliole a 40 euro. “Tutto pescato di mare, però, non di allevamento”. E ci mancherebbe pure.

     

    Guardando all’autunno, non c’è da star sereni. La stagione del carciofo si è appena aperta e, se continua così, addio mammole, saranno più care di una bistecca. Quindi niente carciofi alla giudia. Pure? Niente concia, niente carciofi alla giudia e la trippa, a quanto sta? E chi lo sa, di certo di questo passo, come diceva il famoso sindaco Nathan, non c’è trippa per gatti, ma nemmeno per umani, aggiungeremo noi.

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