“Qualcuno ha sostenuto che, finché gli ebrei stavano sotto la tutela di Mussolini, non ci furono eccidi. Questo significa essere ignoranti prima di tutto. Prima degli eccidi c’è stata l’umiliazione e l’estraniazione. Quindi la storia comincia nel 1938 con le leggi razziali, quando le persone sono state private della dignità, del lavoro, e considerate prive di cittadinanza”.
Queste le parole del Rabbino Capo di Roma, Rav Riccardo Di Segni, alla consueta manifestazione della Comunità di Sant’Egidio, in collaborazione con la Comunità Ebraica di Roma, per commemorare la deportazione degli ebrei della Capitale, il 16 ottobre 1943.
“A Roma chi organizzò la retata furono i nazisti con la collaborazione delle dirigenze italiane – ha proseguito il Rabbino Di Segni – Dopo questa ci fu la caccia all’uomo, eterodiretta dai nazisti ma fatta dai fascisti locali. Questo incontro serve a dire che bisogna studiare, ricordare, vigilare”.
Uomini, donne e bambini. Quella mattina di quasi ottant’anni fa non ci furono distinzioni: vennero tutti arrestati e deportati ad Auschwitz. Di loro, solo sedici tornarono, ma nessun bambino. Il ricordo non si è affievolito negli anni, si è anzi fortificato, diventando il monito per dire “basta” ad ogni forma di antisemitismo, razzismo ed odio. La vita che prevale sul desiderio di morte perpetrata dai nazifascisti: è questa la più grande rivincita che la storia ci ha regalato. Molti, numerosi i giovani che hanno presenziato all’evento, affinché il testimone passi di generazione in generazione. Una promessa, un impegno, quello di ricordare sempre affinché eventi come il 16 ottobre ’43, non possano più accadere.
“Una barbarie, commessa sotto l’indifferenza dei più. Ci furono, certo, coloro che aiutarono, che aprirono le loro porte, che si distinsero perché giusti – ha detto la Presidente della comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello – Fecero una scelta, quella che dobbiamo compiere e rinnovare e che ci porta oggi a riunirci insieme in questo luogo per fare memoria. Questa parola non è vuota, la memoria è un valore saldo, è la nostra coscienza, che fa parte del nostro essere cittadini”.
All’evento ha preso parte oltre al fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi, il vescovo Ambrogio Spreafico e il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. “C’è bisogno di rafforzare le radici della nostra comunità e guardare al futuro con la speranza di non smarrire le storie dei sopravvissuti. – ha detto Zingaretti – Noi, ogni anniversario, saremo qui. Con lo spirito di non fermarci mai, nemmeno nei restanti giorni. Ricorderemo e combatteremo per i valori che dovrebbero essere di tutti”.