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Ultimo numero Settembre – Ottobre 2024

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    Yom HaZikaron. Dureghello: “Il popolo d’Israele è vivo, nel ricordo di chi ha pagato con la vita per la nostra libertà”

    Pubblichiamo di seguito il discorso
    della Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello alla cerimonia
    di Yom HaZikaron.


    Ci ritroviamo questa sera uniti nel
    ricordo dei soldati caduti per difendere lo Stato d’Israele e delle vittime del
    terrorismo dell’odio antiebraico, per i quali abbiamo recitato l’Izkor.

     

    In questa serata, fra le  più
    tristi per il Popolo Ebraico, il lungo e triste elenco di uomini e di donne si
    allunga ed il loro sacrificio è sempre più immotivato ed ingiustificato. Il diritto
    dello Stato di Israele ad esistere in pace e democrazia è sempre più messo in
    discussione e gli ebrei di tutto il mondo subiscono la violenza degli
    antisemiti di destra e di sinistra del terrorismo islamico del rinnovato
    sentimento antisemita che si muove e si propaga in tutto il Pianeta e che miete
    vittime innocenti nei luoghi più impensati.

     

    Ogni goccia di sangue versato è il
    prezzo per la nostra libertà. Una libertà che passa anche per la nostra
    sicurezza e ad ogni uomo o donna che si dedica a proteggerci ogni giorno va
    questa sera il mio riconoscimento. Cosi come ai tanti ragazzi, figli della
    nostra Comunità, che in questo momento stanno prestando al servizio della
    Medinat per difendere i confini di Israele.

     

    La Comunità Ebraica di Roma commemora
    questa ricorrenza insieme all’Ambasciata d’Israele e ai giovani per costruire
    il futuro assieme. Non è una scelta casuale. È per i sorrisi dei bambini e per
    la forza delle loro voci che il sacrificio di tanti innocenti trova una magra
    consolazione.

     

    Questi stessi sorrisi e canti che
    hanno accolto nuovamente i genitori di Or La mishpachot in questo stesso luogo
    qualche settimana fa a Purim e che ci hanno fatto stringere insieme a loro in
    un immenso abbraccio che va ben oltre le poche ore trascorse insieme in quei
    giorni.

     

    Cosi come abbracciamo commossi questa
    sera i genitori di Alessandro Parini innocente vittima di un attentato
    terroristico a Tel Aviv alla vigilia della Pasqua, sia il Suo ricordo di
    benedizione.

     

    Il
    loro dolore è il nostro dolore e nessuno potrà mai toglierglielo ma insieme
    dobbiamo trovare la forza, anche nel pianto per tornare a gioire e vivere
    insieme. Come ci ha insegnato anche la terribile storia di
    Lea Lucy Dee e le figlie Maya e Rima, il
    cui marito e padre ha deciso di donare i loro organi per salvare altre vite
    umane.

     

    Perché vivere e vivere insieme ed uniti è
    la vittoria.  
    “Am Israel Hai” è un urlo di amore, di gioia e di speranza
    che può realizzarsi se rimaniamo uniti.

     

    Il popolo d’Israele è vivo e la
    nostra risposta, dopo le lacrime, è la ferma volontà di continuare ad esserlo.
    Siamo consapevoli che “in ogni generazione c’è qualcuno che vuole distruggerci”
    e che solo rimanendo uniti – Echad possiamo sopravvivere. 
    Questo cantiamo la sera del Seder leggendo l’Haggadà perché questa è la storia
    del nostro Popolo da sempre.

     

    Nel giorno del ricordo è doveroso rivolgere un pensiero a
    chi da Roma ha pagato con la vita il suo contributo per la libertà di tutti
    noi. Storie poco note, a volte dimenticate di  uomini come Sergio Pavoncello,
    sopravvissuto alla Shoah e caduto alle porte di Gerusalemme nel 1948. 
    Johai Di Porto, Angelo Momo Sed e come non ricordare Stefano Gaj Tachè vittima
    del terrorismo palestinese nell’attentato alla Sinagoga di Roma del 1982.

     

    Cari Amici, nella speranza che
    nessuna altra famiglia debba dover versare ma più lacrime, vi voglio lasciare
    con la promessa e l’impegno che non solo, non ci arrenderemo mai, ma che non
    smetteremo mai di combattere e di infondere nei nostri figli il coraggio e
    l’orgoglio di essere ebrei e parte del grande popolo d’Israele. 

     

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