9 Ottobre 1982, sono passati 36 anni dell’attentato alla Sinagoga di Roma in cui ha perso la vita un bambino di soli 2 anni: Stefano Tachè. Oggi, 9 Ottobre 2018, le autorità e i membri della Comunità Ebraica di Roma si sono radunati insieme alla famiglia Tachè di fronte al tempio per una piccola preghiera commemorativa, per poi spostarsi nell’Aula Magna della scuola ebraica per un incontro con gli studenti del Liceo Renzo Levi. Insieme ai genitori di Stefano e a suo fratello Gadi, erano presenti Il Rabbino Capo Di Segni, il Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello e il Dott. Giulio Meotti, giornalista de Il Foglio che ha moderato il dibattito, ponendo domande sull’attentato, ma anche sul problema dell’antisemitismo, che viene ignorato al di fuori della Comunità, è per questo è importante parlarne e ricordare. È stato proprio questo tema a suscitare interesse e a far scaturire il confronto con gli studenti. “I miei ricordi dell’epoca sono molto vaghi perché avevo 4 anni; partono da quando mi sono svegliato in ospedale dopo non so quanto tempo di coma e l’ultima cosa che ricordo era il venerdì sera prima dell’attentato”, racconta Gadi. “Quello che mi preme raccontare è la sensazione di torpore che ho avuto per tanti anni: non ho voluto parlare, forse per voler elaborare tutto quello che è stato. Rimane la sofferenza psicologica. Portare avanti la memoria di quello che è successo è un dovere, altrimenti le nuove generazioni non avrebbero mai saputo. Come la prossima settimana ricorderemo il 16 ottobre – ha concluso Gadi Tachè – è nostro dovere ricordare anche il 9. ottobre giorno dell’attentato”.