Quando la classe diventa redazione: una mattinata di giornalismo alla scuola ebraica di Roma

Questa mattina alla Scuola elementare Ebraica Vittorio Polacco l’aula si è trasformata in una piccola redazione: mani alzate e occhi curiosi pronti a scoprire il dietro le quinte del giornalismo. Ad assistere alla particolare lezione sono stati i ragazzi della quinta B, che, insieme alle loro insegnanti, le Morot Debora e Diletta, hanno realizzato il giornalino “Polacco News”. A guidare i giovani reporter in questo viaggio speciale sono state Ariela Piattelli, Direttore di Shalom, e la redattrice Michelle Zarfati, che hanno condiviso con loro esperienze, aneddoti e riflessioni.

Durante l’incontro, Ariela Piattelli ha spiegato cosa significhi dirigere una testata, come nasce una notizia e quanta responsabilità porti con sé chi scrive per un pubblico. Michelle Zarfati ha invece mostrato ai bambini come il linguaggio giornalistico si stia evolvendo e come oggi, tra social, video brevi e rubriche “smart”, si possano raccontare storie in modo fresco e moderno senza rinunciare alla qualità. I ragazzi hanno ascoltato, osservato, fatto domande e scoperto che dietro ogni contenuto c’è sempre un mix di creatività, precisione e divertimento.

Poi è arrivato il loro momento: i piccoli redattori hanno presentato e spiegato come è nato il loro primo numero del giornalino scolastico. Tra articoli, idee e progetti per i prossimi numeri. Un lavoro corale nato dall’entusiasmo e dalla curiosità: dalle interviste alla scelta delle immagini, fino all’impaginazione. Un riconoscimento speciale è andato alle morot Debora e Diletta, che, assieme ad altre colleghe, hanno accompagnato i bambini con professionalità e sensibilità facendo crescere la loro passione. Il loro lavoro attento e appassionato ha permesso ai ragazzi di crescere, sperimentare e credere nelle proprie capacità. La mattinata particolare si è conclusa con una promessa: continuare a coltivare curiosità e amore per la scrittura e soprattutto con tante nuove idee per il prossimo numero.

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