Skip to main content

Ultimo numero Settembre – Ottobre 2024

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    Presentato il libro di Gadiel Gaj Taché nelle Scuole Ebraiche. Dureghello: “Un dono per consegnare ai ragazzi la memoria del 9 ottobre ‘82”

    Un libro come dono ai ragazzi, per consegnargli la memoria dell’attentato alla Sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982. “Il silenzio che urla” di Gadiel Gaj Tachè è stato donato dalla Comunità Ebraica di Roma agli studenti delle scuole ebraiche, che poi hanno partecipato alla presentazione del libro. “Assieme al Consiglio Cer abbiamo pensato di regalare il libro di Gadiel agli studenti, perché vogliamo consegnare loro il testimone della memoria”.


    A introdurre e moderare la presentazione è stata la direttrice di Shalom Ariela Piattelli, che ha prima di tutto consigliato di leggere il libro con due chiavi di lettura, quella della memoria personale e di quella collettiva. “Questo evento fa parte di tutti noi, del nostro dna” ha affermato prima di introdurre l’autore di questo prezioso libro sull’attentato al Tempio Maggiore di Roma il 9 ottobre 1982.


    Oltre 400 ragazzi delle medie e del liceo hanno avuto modo di approfondire la storia di Gadiel, ascoltandolo e facendogli domande.


    “Mi sono reso conto che negli anni, soprattutto da quando ho iniziato a raccontare la mia storia, che c’è stato una sorta di risveglio nelle istituzioni e anche nella nostra comunità” ha detto Gadiel Gaj Taché, che si è domandato: “Come si fa a trasmettere la memoria ai giovani se non se ne parla? Per anni nella nostra comunità non si è affrontata la memoria di questo evento”. “Dobbiamo cavalcare il dolore e raccontare quanto è successo alle future generazioni, perché un popolo che non ha memoria è un popolo che non ha futuro” ha aggiunto.


    La decisione di scrivere il libro è arrivata dopo gli attentati alla redazione di Charlie Hebdo e dell’Hypercacher a Parigi nel 2015. “Sembrava che la società civile italiana si fosse resa conto solo allora che esisteva il terrorismo. Avevano dimenticato i tanti attentati che c’erano stati fino allora. Solo adesso vi rendete conto che esiste il terrorismo? Quarant’anni fa fu ucciso un bambino italiano, di religione ebraica, nel centro di Roma”. Per questo Gadiel Gaj Taché ha sentito la necessità di “mettere nero su bianco quanto accadde”. 

    Ha voluto spiegare inoltre il significato del titolo. “Quel giorno la comunità urlava di rabbia e di dolore” per la morte del piccolo Stefano e per il silenzio delle istituzioni su quanto avvenne quella mattina. 


    Parlando ai tantissimi studenti presenti, ha voluto ribadire l’importanza di conoscere il contesto storico di quel periodo. “È importante sapere perché è successo, come siamo arrivati all’attentato. Eravamo bersaglio dell’odio. – ha sottolineato – Tutte le comunità italiane erano isolate dal contesto sociale nazionale, l’ebreo era visto come uno straniero”. La comunità ebraica era vista come una comunità a parte, “non eravamo considerati parte della società italiana”.


    Con questo libro Gadiel Gaj Taché ha lanciato un monito alle giovani generazioni: “Dovete sviluppare una coscienza della Storia e saper rispondere agli stereotipi che spesso ci vengono addossati”. L’obiettivo di questo libro è quello di smuovere le coscienze di chi legge, far sì che la “richiesta di verità non arrivi soltanto dalla Comunità ebraica, ma anche dal resto della società italiana”.


    CONDIVIDI SU: