Un momento per ribadire il legame profondo e il sostegno reciproco tra la Comunità Ebraica di Roma e lo Stato di Israele. Questo il significato della visita del ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar al Tempio Spagnolo di Roma, dove ha incontrato i rappresentanti della Comunità ebraica, tra cui il presidente Victor Fadlun, il rabbino capo Riccardo Di Segni e la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) Noemi Di Segni.
“Siamo in un momento difficile. Nella parashà della settimana di Shemot, quando il faraone d’Egitto salì al potere, disse di operare con intelligenza nei confronti del popolo ebraico affinché non diventasse ancor più numeroso. Ci hanno provato per molte generazioni, ma noi siamo qui” ha detto il Rabbino capo Rav Riccardo Di Segni, sottolineando la resilienza e la capacità di resistere alle avversità che hanno caratterizzato la storia del popolo ebraico.
“Israele è il nostro punto di riferimento. Siamo con Israele, in questi tempi difficili, senza se e senza ma. La nostra partnership è stretta su molti fronti. Il primo, conseguenza di una crescita esponenziale dell’antisemitismo, è la sicurezza. La Comunità si è organizzata per prevenire i rischi e affrontarli. Al suo fianco non c’è solo Israele, ma anche le istituzioni e le autorità governative italiane, che ci hanno sempre confermato la loro vicinanza e il loro sostegno” ha detto il Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun, affermando con forza il sostegno incondizionato della Comunità nei confronti dello Stato ebraico.
“Le ventuno comunità che rappresento riaffermano il loro sostegno a Israele, il ritorno a casa degli ostaggi e il ripristino di una vita normale per gli israeliani” ha dichiarato Noemi Di Segni, che ha poi denunciato i rigurgiti di antisemitismo presenti nel Paese. “L’antisemitismo è presente in tutti gli ambiti, e i primi responsabili sono i media, ma non solo. La Giornata della Memoria del 27 gennaio si avvicina, e sarà davvero difficile celebrare chi ha perso la vita nella Shoah in un clima simile”.
“È un onore ed un privilegio essere ricevuti in questa straordinaria sinagoga. Nell’ultimo anno lo Stato d’Israele ha conosciuto il periodo più difficile dalla sua nascita. So che, come sono tempi difficili, è dura anche per voi nella diaspora” ha affermato il ministro degli Affari Esteri di Israele, Gideon Sa’ar. “In questa guerra abbiamo cambiato gli equilibri nel Medio Oriente: Hamas ed Hezbollah sono stati indeboliti, Assad in Siria è caduto e l’Iran ha perso i suoi tentacoli. Israele vincerà”.
Il ministro ha poi parlato dell’imminente accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, che prevederebbe il rilascio di 33 ostaggi in cambio di centinaia di detenuti palestinesi appartenenti a gruppi terroristici.
“Sono onesto. È una situazione complessa, quando si liberano tutti questi terroristi, inclusa gente che ha ucciso ebrei. La leadership dovrà scegliere tra una decisione difficile e una molto difficile. Tuttavia, abbiamo una responsabilità verso i cittadini rapiti nei loro letti e nelle loro case” ha dichiarato.
Il direttore di Shalom Ariela Piattelli ha chiesto come intendono orientarsi rispetto al nucleare iraniano.
“Abbiamo una dottrina molto chiara: non permetteremo che nessuno Stato nemico possieda capacità nucleari. L’abbiamo applicata contro l’Iraq, contro la Siria; anche il regime più radicale al mondo non potrà possedere questa arma letale” ha affermato Sa’ar.
La visita si è conclusa con il canto dell’Hatikvah, l’inno nazionale israeliano, un momento simbolico di forte emozione e unione per tutti i presenti.