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    ROMA EBRAICA

    Insieme per Salvare Vite: la Cena di Gala del Magen David Adom

    Si è tenuta nella Capitale, presso il The Hive Hotel, la cena di gala dell’associazione Magen David Adom in Italia ETS. Un incontro di riflessione, testimonianza e sostegno, nel nome della vita e di chi si impegna ogni giorno per difenderla.

    Ad aprire la serata è stato il Dottor Cesare Efrati, presidente della sezione romana degli Amici di MDA, con parole che risuonano come un principio universale: “Chi salva una vita, salva il mondo intero”. Non è soltanto una citazione, ma la sintesi più autentica della missione del Magen David Adom, che da 95 anni si fa scudo, soccorso e speranza.

    Fondato nel 1930, ben prima della nascita dello Stato d’Israele, il MDA è oggi il cuore pulsante del sistema di emergenza pre-ospedaliera israeliano. Con oltre 37.000 operatori, tra medici, paramedici, tecnici e volontari, rappresenta non solo un’efficienza operativa, ma una vera e propria cultura dell’aiuto. Una forma di militanza civile che attraversa guerre, catastrofi, attentati e crisi sanitarie. Solo nell’ultimo anno, di fronte alla devastazione del conflitto in corso, la sua Banca del Sangue ha quadruplicato l’attività per rispondere all’emergenza.

    E tutto questo accade ogni giorno, in silenzio, come se fosse la cosa più naturale del mondo: mettersi al servizio della vita altrui. Non per eroismo, ma per principio.
    Nella tradizione ebraica, questo gesto si chiama Chesed: una bontà che non si esaurisce nell’intenzione, ma si incarna in azioni concrete, operative e quotidiane. Un amore che non chiede nulla in cambio, perché aiutare è già il senso.

    Alon Fridman, paramedico e dirigente del MDA, ha portato la sua testimonianza diretta sull’impatto reale che tecnologia e innovazione possono avere nel salvare vite. Software predittivi, comunicazioni in tempo reale, integrazione avanzata con i pronto soccorso: ogni minuto guadagnato è una speranza in più. Ma, ha ricordato, “dietro ogni algoritmo c’è una scelta etica, un’intenzione precisa: curare con umanità. L’innovazione, se non è mossa dalla compassione, è sterile”.

    Parallelamente alle innovazioni, l’ambasciatore d’Israele in Italia, S.E. Yonathan Peled, ha offerto una lettura lucida e complessa del momento storico: il conflitto in corso, le campagne di delegittimazione, il ritorno inquietante dell’antisemitismo, anche in Europa. Il suo è stato un invito alla verità, al dialogo e alla responsabilità collettiva. A rafforzare questa visione è intervenuto il professor Emanuele Ottolenghi, analista geopolitico, che ha approfondito le dinamiche regionali e internazionali in cui Israele si muove: “La sicurezza non è solo difesa militare – ha detto – ma anche cultura, morale, educazione”.

    In questo contesto, l’Italia si conferma alleata preziosa. I legami tra i due Paesi si sviluppano su piani concreti: ricerca medica, cooperazione scientifica, progetti umanitari. L’impegno degli Amici di MDA in Italia, attraverso i comitati territoriali e le iniziative di solidarietà, dimostra che la fratellanza tra popoli nasce da gesti tangibili: ambulanze donate, volontari formati, fondi raccolti, vite salvate.

    Tra gli ospiti, alcune delle figure più rappresentative del mondo ebraico italiano: Rav Riccardo Di Segni, Rabbino Capo di Roma; Victor Fadlun, da poco rieletto presidente della Comunità Ebraica di Roma; Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. La loro presenza ha testimoniato l’unità e la vitalità di una comunità che, anche nei momenti più incerti, continua a investire nel valore assoluto della vita umana.

    È emerso un messaggio forte e nitido, che unisce idealità e realtà: la convivenza è possibile. Ogni giorno, in Israele, ambulanze del MDA partono guidate da squadre miste, ebrei, musulmani, cristiani, drusi, che non si chiedono chi sia il paziente, ma come salvarlo. Quando il valore della vita diventa principio guida, ogni differenza si dissolve. Ed è proprio questa una delle tante, silenziose ma potentissime, testimonianze che il popolo d’Israele offre al mondo.

    Così, in una sera romana sospesa tra luce e silenzio, si è celebrata l’essenza più alta dell’umanità: quella che non ha bisogno di proclami, perché agisce. E nel farlo, salva. Am Yisrael Chai — il popolo d’Israele vive. E, grazie al MDA, continua a far vivere anche gli altri.

     

    Credit foto: Luca Sonnino

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