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    ROMA EBRAICA

    Inaugurata al Bene Akiva la terrazza in ricordo di Rebecca Sued Funaro Z’’L

    Un momento di grande emozione che ha toccato il cuore di tutti.È stata inaugurata al centro giovanile del Bene Akiva la nuova terrazza in ricordo di Rebecca Sued Funaro. Il progetto è nato dal figlio, Edoardo Funaro, insieme alla sua amica Benedetta Cipparrone, che in occasione del loro Bar e Bat Mitzvà hanno scelto come regalo di raccogliere delle donazioni destinate alla ristrutturazione della terrazza e del Senif, da sempre luogo di gioco e di incontro per i giovani ebrei della Comunità di Roma.
    La serata è stata aperta dall’intervento del rabbino capo Rav Riccardo Di Segni, che ha ringraziato la famiglia Funaro per aver contribuito a questo progetto. “Queste iniziative sono segni di vitalità della comunità” ha affermato.
    Presente anche il presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun, che ha ricordato i giorni in cui frequentava il Senif da giovane. “Quando andavo ai campeggi del Bene Akiva c’era anche Rebecca. Ricordo con affetto suo papà che, prima di partire, ci diceva di comportarci bene. Con queste iniziative oggi sono convinto che ci stiamo comportando bene” ha detto. “Nella parashà che abbiamo letto, Vayetzè, Yaakov ha fede ed emunà. Ha avuto tempo per dedicarsi allo studio e proteggere i valori ebraici. Questo lavoro è frutto degli insegnamenti della madre Rivkà. Un’altra Rivkà ha fatto questo lavoro, con il figlio Edoardo che porta avanti questi valori” ha detto nel suo discorso Rav Meir Shaikevitz, accomunando la figura di Rivkà a quella di Rebecca.
    La parola è poi passata a Edoardo Funaro, che ha spiegato l’equilibrio tra bitachon e ishtadlut, l’affidarsi ad H. e l’essere attivi nella vita: “Yaakov, pur avendo costruito una famiglia e pur essendo cresciuto spiritualmente, ha una paura profonda, quasi paralizzante, tanto da dividere in due gli accampamenti, da preparare strategie, inviare doni e soprattutto pregare – ha spiegato Edoardo Funaro – Perché Yaakov ha paura? La Torà ci rivela un principio enorme: la paura di Yaakov non è una mancanza, ma un merito. Perché, nonostante la promessa e la certezza in Hashem, Yaakov non si adagia. Non si impigrisce. Non dice: ‘Tanto Hashem mi salverà’. Al contrario, si attiva. Prepara strategie. Fa dono dopo dono. Divide gli accampamenti. Prega. Fa tutto ciò che può fare un essere umano. Questa lezione è importante per tutti noi, per la nostra comunità e per Am Israel. Non dobbiamo mai adagiarci: facciamo mitzvot, aiutiamoci l’un l’altro, sosteniamo chi ha bisogno, portiamo luce dove possiamo. Il Signore ci accompagna e ci porta dove dobbiamo essere, ma solo se noi cominciamo a camminare. Che il ricordo di mia madre Rebecca, sia fonte di merito, forza, protezione e benedizione per tutta la nostra famiglia e per l’intera comunità” ha detto.
    “Rebecca vive con noi ogni giorno. Voglio ringraziare gli architetti Simona Hassan e Joram Orvieto per il loro aiuto nella realizzazione della terrazza” ha affermato Barbara Pontecorvo, madre di Benedetta Cipparrone, che ha sostenuto Edoardo in questi anni nel percorso di realizzazione del progetto.
    Al termine degli interventi, proprio Edoardo Funaro e Benedetta Cipparrone hanno scoperto la targa in memoria di Rebecca Sued Funaro, accompagnati dalle note di Veishèamda, suonate da un bogher del Bene Akiva. Un’iniziativa bella e commovente, che ha coinvolto tutte le generazioni cresciute all’interno del Senif, unite nel ricordo affettuoso di Rebecca Z’’L.

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