Momenti di commozione, ma anche un punto di partenza per offrire a tutti le competenze per sviluppare una comunicazione familiare più empatica: queste sono state le due facce complementari che hanno animato il limud che si è tenuto al Pitigliani in ricordo di Noam Traversa z’’l, il ragazzo che si tolse la vita proprio un anno fa.
Amici e familiari si sono stretti in un abbraccio collettivo e toccante, che si è sviluppato intorno al tema “Genitori-figli: ascolto, empatia, comunicazione”, scelto per affrontare con profondità i rapporti familiari e in generale le relazioni interpersonali.
La serata è stata aperta dai saluti del presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun, dall’assessore Cer alle scuole Daniela Debach e da Daniel Coen, neopresidente del Pitigliani. Un abbraccio affettuoso a Fabiana Di Porto, mamma del giovane Noam, e vice-presidente del collegio dei probiviri UCEI, è giunto anche da Noemi di Segni, presidente dell’UCEI che ha letto una commovente poesia, Yeled Mitriya (il bambino ombrello) della cantante israeliana Atara Oryah.
La prima parte si è caratterizzata per gli interventi dei rabbanim, i quali hanno offerto interpretazioni ermeneutiche profonde e significative sul tema dei rapporti genitori-figli. Le loro parole hanno offerto motivi di riflessione sulla vita familiare ebraica e sull’essenza della vita stessa di ognuno di noi.
Il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ha impostato il suo intervento collegando due spunti apparentemente distanti: il rogo del Talmud a Roma nel 1553 e una riflessione sulla parashà settimanale, con cui ha spiegato i concetti di responsabilità e fiducia tra genitori e figli.
Rav Roberto Colombo, che è stato insegnante di Noam, ha commosso i presenti con un intervento toccante. Anticipando di voler dedicare il suo nuovo libro alla memoria di Noam, ha offerto una profonda riflessione sul ruolo dei genitori nella vita dei loro figli, ricordando l’importanza di ascoltare ed educare con amore e sostegno, con riferimenti che hanno spaziato dallo Shemà alla Mishnà.
Il maskil Eithan Della Rocca è intervenuto da remoto menzionando i figli dell’Haggadah di Pesach (il saggio, il malvagio, il semplice, e colui che non sa fare domande) per spiegare l’importanza degli stimoli da offrire ai figli.
La seconda partesi è aperta con una testimonianza di Paolo Picchio, Presidente della Fondazione Carolina, cui sono seguiti due laboratori sulla comunicazione, uno per adulti ed uno per i ragazzi, condotti da Diego Buratta e Laura Castrichini. Questa parte ha rappresentato lo spunto per affrontare concretamente una problematica che si propone frequentemente nelle famiglie: il conflitto intergenerazionale, la necessità di un dialogo, le difficoltà di comprensione. Da qui nasce l’esigenza di capire come comunicare e soprattutto come ascoltare in modo empatico. La mamma di Noam ha deciso di far partire dalla propria tragica vicenda un impulso che offrisse a tutta la comunità strumenti adeguati per affrontare queste sfide quotidiane. La scelta è stata effettuata a maggio, quando, in occasione della prima commemorazione del figlio a scuola, era emersa presso la Comunità l’esigenza di offrire ad alunni e genitori nuovi strumenti per comunicare tra loro. Da qui è nato il rapporto con la Fondazione Carolina, ispirata a Carolina Picchio, che nel 2013, a soli 14 anni, si è drammaticamente tolta la vita, diventando la prima vittima riconosciuta di cyberbullismo. La Fondazione ha lo scopo di parlare con i ragazzi e i genitori e di aiutarli. Le attività già sono state rivolte alla scuola ebraica di Milano;adesso anche con il supporto della famiglia di Noam ci si impegnerà a strutturare questo servizio anche in altre Comunità, a partire da quella di Roma.
L’auspicio è che da una vicenda drammatica possano emergere elementi per costruire qualcosa di utile per tutti, visto che il tema del dialogo empatico in famiglia rappresenta un ostacolo che si presenta di frequente e raramente si hanno le capacità per affrontarlo adeguatamente. È importante essere presenti nell’ascolto, ma per saperlo fare lo si deve apprendere da professionisti.
La serata si è conclusa con la performance canora di Arianna Ascoli, in arte Arianne, studentessa del liceo Virgilio che ha inciso una canzone dedicata a Noam dal titolo “Stelle di pietra”.