Presentato al Museo Ebraico di Roma il volume “Il Nemico Numero Uno. La retata antiebraica del 16 ottobre 1943 e la sua memoria nell’Italia repubblicana” (Viella). Ha dialogato con i curatori Yael Calò, Lia Toaff e Luciano Zani il giornalista Antonino Monteleone.
Un volume di ricerca, nato assieme all’Archivio Storico della Presidenza del Consiglio, in seguito alla giornata di studio dal titolo “Il Dovere della Memoria” che ha esplorato, da diversi punti di vista, come la memoria di quel terribile 16 ottobre 1943 abbia subito una metamorfosi nel tempo. Un dibattito interessante in cui passato e presente sembrano paurosamente sovrapporsi, tra stereotipi mai tramontati e nuove ondate di odio. “Un lavoro di ricerca di grande pregio” lo ha definito durante la presentazione il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni.
Un saggio di ricerca storica che analizza il tema già parecchio esplorato della memoria, aggiungendo nuovi spunti di riflessione. “Un sentito ringraziamento agli autori per il loro appassionato lavoro di ricostruzione storica, che ci permette di mantenere viva la Memoria e di rendere omaggio a quanti furono tragicamente colpiti il 16 ottobre 1943, solo perché ebrei – ha detto durante la presentazione il Presidente della Comunità Ebraica di Roma Victor Fadlun – La Memoria ci invita non solo a ricordare il passato, ma ci sprona anche a vigilare sul presente”.
Ogni saggio sottolinea la complessità dell’occupazione nazista che avvenne nella Capitale. Non si parla solo del quartiere ebraico, ma di tutta la città: si parla di ebrei, cattolici, carabinieri, SS, soldati e poliziotti tedeschi, italiani resistenti, fascisti e collaborazionisti. Non solo i terribili eventi l del 1943-44, ma la presa di coscienza da parte della Comunità ebraica della tragedia di cui era stata vittima e le sue ripercussioni nella memoria dell’Italia repubblicana.