Compie oggi 94 anni Sami Modiano, uno degli ultimi sopravvissuti alla Shoah. Infaticabile testimone, da sempre racconta ai ragazzi delle scuole ciò che è avvenuto durante il nazifascismo, la tragedia della guerra e gli orrori della deportazione ad Auschwitz. È una storia di sofferenza quella di Sami Modiano ma anche di speranza e riscatto.
Nasce il 18 luglio del 1930 nell’isola di Rodi, allora colonia italiana. Con l’avvento delle leggi razziali nel 1938 viene espulso dalle scuole e deportato il 23 luglio 1944 ad Auschwitz insieme a tutta la comunità ebraica dell’isola greca. Dopo un terribile viaggio di 19 giorni, prima nella stiva di un mercantile da Rodi al Pireo, poi su carri ferroviari piombati, arriva nel campo di sterminio. Superata la selezione, viene marchiato con il numero B7456. Persi la sorella e il padre, solo al mondo, stringe una forte amicizia con un altro deportato ebreo italiano, Piero Terracina. Su quasi duemila deportati, oltre Sami Modiano, a sopravvivere sono 31 uomini e 120 donne.
Nel dopoguerra si trasferisce per lavoro in Africa, per stabilirsi poi in Italia, a Roma. Grazie anche a Piero Terracina, Modiano ha intrapreso accanto alla moglie Selma, la sua attività di testimone che poi è stata suggellata da una serie di opere per preservare la sua memoria: nel 2013 viene pubblicato il testo autobiografico “Per questo ho vissuto” e realizzati dal regista Roberto Olla i docufilm “Amici per la vita” (2018) e “L’Uomo di Rodi” (2020). Nel 2021 Walter Veltroni ha ripercorso la sua vita nel testo per ragazzi “Tana libera tutti. Sami Modiano, il bambino che tornò da Auschwitz”.
Nel 2020 il Presidente Sergio Mattarella lo ha insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.
Ad meah vesrim Sami!