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    CORDOGLIO DELLA COMUNITÀ EBRAICA DI ROMA PER LA SCOMPARSA DEL RABBINO VITTORIO HAIM DELLA ROCCA

    È mancato oggi il rabbino Vittorio Haim Della Rocca, Maestro molto amato da tutti gli ebrei romani per il suo carattere gioviale, per una innata capacità di dialogo e di ascolto che aveva verso tutte le persone, senza differenze sociali. Era nato a Roma il 1 novembre 1933, da Elisabetta Moscati e Rubino Della Rocca e qui aveva completato gli studi rabbinici, prima sotto la guida del rabbino capo Rav David Prato e poi diventando stretto collaboratore del rabbino capo Rav Elio Toaff.

    Da questi due Maestri, Rav Della Rocca aveva acquisito l’amore per lo studio, unito alla cura e conservazione delle specifiche tradizioni sinagogali ebraiche romane. Rav Della Rocca ha rappresentato colui che pur di fronte alle terribili tragedie che la sua generazione dovette sopportare, a causa prima delle leggi razziste fasciste e poi dai rastrellamenti e deportazioni naziste fino allo sterminio (il padre deportato ad Auschwitz, fu ucciso nella marcia della morte), seppe risollevarsi impegnandosi nello studio, animato anche da un insuperabile amore verso il neo nato Stato di Israele, simbolo del riscatto di un intero popolo.

    Queste caratteristiche, unite ad una rara capacità di empatia con il pubblico che si assiepava numeroso alle sue lezioni, lo hanno reso molto amato. A Della Rocca va riconosciuto il grande merito di avere portato l’amore per la Torà in tutte le case ebraiche romane, in anni in cui erano molto pochi coloro che a stento sapevano appena leggere i libri di preghiera. Il lavoro di Rav Vittorio Haim Della Rocca ha permesso una cresciuta dell’emunà a tutte le generazioni che si sono succedute e sono migliaia le persone che devono a lui un debito di riconoscenza.

    “Rav Della Rocca – ha scritto il rabbino capo di Roma, Rav Riccardo Di Segni – è stato per decenni una delle colonne della vita religiosa della comunità, come cantore nel Tempio Maggiore, insegnante nelle scuole, sempre presente e vicino alle persone e alle famiglia nei momenti lieti e in quelli meno lieti. Con lui abbiamo perso un riferimento importante.”

    Alla base dell’insegnamento di Della Rocca vi era proprio il senso e il dovere della trasmissione di generazione in generazione della tradizione ereditata da chi è venuto prima di noi. Non a caso Della Rocca scrisse un libro che volle intitolare ‘Chiedi a tuo padre e te lo dirà’ (ed. Salomone Belforte), un libro di memorie che nel titolo richiama al comandamento divino “Sheal avikha ve jaghedkha zekenekha ve jomerù lakh – chiedilo a tuo padre e te lo narrerà al tuo anziano e te lo dirà” (Devarim 32;7). Un insegnamento che Rav Haim Vittorio Della Rocca ha saputo realizzare e che oggi prosegue nei suoi figli. 

    “Per lui che aveva perso il papà durante la Shoah la Comunità Ebraica era tutto – sottolineato la presidente della Comunità, Ruth Dureghello – . Ha dedicato la sua vita all’insegnamento e alla trasmissione dei valori ebraici stando tra la gente e aiutando la Comunità a crescere e a rinforzarsi spiritualmente. Non è stato solamente un rabbino, ma un maestro per tutti gli ebrei romani che oggi ne piangono la scomparsa e ne commemorano il ricordo”.

    La redazione di Shalom si unisce alla Comunità ebraica di Roma, nel formulare le più sentite condoglianze alla moglie Rossana e ai due figli, Rav Roberto Della Rocca e Jonatan Della Rocca.

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