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    Che cosa succede ai giovani? “Impariamo a guardare i nostri figli” Raffaele Morelli ospite della Consulta Cer

    Che cosa sta succedendo ai ragazzi di oggi? Quali sono i loro disagi? Perché a volte si comportano in modo così arrogante? Cosa possono fare i genitori per aiutare i propri figli?

     

    La Consulta della Comunità Ebraica di Roma, in collaborazione con Shalom, ha deciso di organizzare una serata per discutere delle condizioni in cui vivono i giovani e delle problematiche che si trovano ad affrontare, al fine di poter comprendere come aiutarli e farli sentire parte di una comunità che è presente e non indifferente ai loro bisogni.

     

    “Dobbiamo capire quali sono i problemi e cercare una risposta professionale, organizzata ed ebraica”, ha spiegato il presidente della Consulta Alex Zarfati.

     

    La prima serata ha visto un dialogo tra la Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello e lo psichiatra e psicoterapeuta Raffaele Morelli, intorno al mondo in cui vivono i giovani, sulla dinamica dei gruppi, o meglio del “branco”, che li porta ad assumere atteggiamenti che non consentono loro di costruire una propria personalità e soprattutto il rapporto con i genitori:

     

    “Quello che sta succedendo riguarda è una dinamica che coinvolge tutta la società- spiega la Presidente Dureghello-  il contributo del prof. Morelli si insedia in una serie di attività che stiamo mettendo in campo, ma non potevamo farlo senza condividere una riflessione su quanto i nostri figli stiano subendo. Dobbiamo essere consapevoli che esiste un problema e capire come affrontarlo. Se lo facciamo insieme come comunità l’obiettivo sarà più facilmente raggiungibile”.

    Osservare i propri figli e lasciare che si creino una loro personalità e soprattutto stimolare la creatività, perché una persona creativa, grande o piccola che sia, è una persona felice:

     

    “I figli vanno guardati adesso, non domani. E guardare non vuol dire interpretare, ma osservare- ha spiegato il Prof. Morelli – I bambini sono esseri creativi: i genitori che a scuola si preoccupano del rendimento e dei voti, non si preoccupano della creatività. Quando un bambino è creativo, è felice.

     

    Inoltre non preoccupatevi del dolore. Nessun essere al mondo può crescere senza dolore: ha una funzione di parto di una personalità che ancora non vedi. La tristezza è un farmaco per il cervello. Questo è l’insegnamento più importante: guardate i figli senza nessuna aspettativa”.

     

    Non a caso il prossimo numero di Shalom Magazine tratterà dei giovani: “Più che risposte ci saranno punti di vista con ipotesi, interviste, statistiche, interventi dei direttori delle scuole- ha spiegato la direttrice di Shalom Ariela Piattelli- questo è solo l’inizio del discorso che Shalom porterà avanti”.

     

    “Imparate guardarli senza pensare a nient’altro- conclude Morelli- vedrete che hanno un’intelligenza obliqua. Hanno una mente equidistante da tutto ciò che accade”.

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