Cara Dacia: un articolo provocatorio quanto inutile

Cara Dacia Maraini, a risponderti per parte nostra c’ha già pensato il Rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni con la grazia, la cultura e la sottile ironia che tutti gli riconosciamo. E sono certa che anche il tuo Santo Padre deciderà prima o poi di risponderti considerato l’imbarazzo in cui l’hai precipitato. Ciò detto, non essendo neanche una sardina e considerandomi invece una donna ebrea fiera e orgogliosa di esserlo (dai Dacia, e studiatela un po’ di Bibbia…) mi taccio. Piuttosto è ai cari colleghi del Corsera che vorrei fare una domanda, anzi due. La prima: pensate davvero che la crisi della carta stampata si risolva pubblicando articoli tanto provocatori quanto inutili?. “Tirano” sempre copie i dibattiti sull’antisemitismo. Si sa e fa vendere. Seconda domanda: ma dal punto di vista della deontologia professionale, vi è forse venuto in mente che Dacia Maraini – in altri tempi, in altri luoghi e in un’altra temperie culturale – quelle frasi forse non le avrebbe mai pronunciate? Ma la trappola è tesa. Comunque stasera siamo tutti più buoni e qualcuno riuscirà, anziché a giocare con i pani e con i pesci, a moltiplicare brillanti sardine. Ahimé, si chiama politica. Serve a vendere i giornali, le donne e Gesù.

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