E’ venuto a mancare ieri mattina, primo giorno della festa di Shavuot, Shalom Tesciuba. Nato a Tripoli, era scappato dalla Libia insieme all’intera comunità ebraica a causa dei pogrom e delle violenze scatenate dalla folla araba a seguito dello scoppio della Guerra dei Sei Giorni nel 1967 e delle vittorie riportate dall’esercito israeliano.
Giunto a Roma, l’intero impegno di una vita di Tesciuba è stato quello di aiutare e sostenere i profughi ebrei che avevano lasciato la Libia con solo pochi effetti personali.
Con l’aiuto del rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, Rav Elio Toaff z.l., Tesciuba è riuscito a ricostruire una vita comunitaria, con le tradizioni tipiche degli ebrei arabi/sefarditi, attorno alla sinagoga Beth El nella zona di Piazza Bologna, prima prendendola in affitto come ex cinema, poi acquistandola.
Nel tempo il Beth El non solo è diventato un luogo di culto ma, attraverso il lavoro instancabile e quotidiano di Tesciuba, anche un centro di studi, di assistenza ai bisognosi e di accoglienza.
Nel giugno 2017, insieme a Sion Burbea, altro fondamentale punto di riferimento della comunità ebraica libica, Shalom Tesciuba fu premiato dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, in visita al Tempio Maggiore di Roma, in occasione della cerimonia per i 50 anni dall’arrivo degli ebrei di Libia in Italia con un riconoscimento per il suo impegno nel mantenere in vita la cultura libica in Italia e per aver favorito l’integrazione degli ebrei libici a Roma. Che la sua memoria sia di benedizione.