«Il
16 ottobre è una delle pagine più terribili della storia degli ebrei di Roma.
Deponiamo questi fiori per ricordare quello che i miei nonni, i miei avi, le
famiglie ebraiche hanno subito in quella terribile mattina di tanti anni fa.» –
così parla la Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello a
margine della commemorazione del 16 ottobre del ’43 sotto la lapide che ricorda
i deportati sulla facciata della grande sinagoga di Roma. Alla cerimonia hanno
partecipato assieme al Rabbino Capo Di Segni, la Presidente dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, i rappresentati di varie
istituzioni.
Il
16 ottobre è una ferita ancora aperta nel cuore della città e del paese, e di
fronte alle sfide che ci attendono per il presente e per il futuro non possiamo
esimerci dal ricordare. Lo dobbiamo soprattutto ai nostri figli e al sacrificio
dei nostri padri. – continua Dureghello – La deposizione di queste corone è una
testimonianza cittadina, che assume un significato importante per tutti noi, ma
soprattutto è un impegno comune che non può che essere portato avanti con
determinazione e con nettezza».
Quest’anno
la cerimonia si è svolta in un clima particolarmente acceso, viste le numerose
polemiche che hanno investito il mondo della politica riguardo i rigurgiti
neofascisti, creando non pochi imbarazzi in alcuni partiti. «C’è un clima
particolarmente acceso: diventa determinante ribadire l’antifascismo,
condannare quei terribili fatti, e assumersi delle responsabilità rispetto al
passato. – risponde Dureghello – Per questo è fondamentale essere uniti,
insieme, ed essere qui e continuare a batterci sui valori della democrazia,
della civiltà e del rispetto che contraddistinguono il nostro Paese e che sono
sanciti nella Costituzione. Senza colori politici perché tutti quanti, e questo
è l’impegno che deve essere comune all’interno del Parlamento e nella comunità
cittadina, abbiamo una responsabilità. E questa responsabilità deve essere
comunemente assunta e portata avanti».
Fratelli
d’Italia ieri ha annunciato la partecipazione alla commemorazione di Giorgia
Meloni. Poi in una nota successiva Meloni spiegava di aver deciso di rinviare
la visita a dopo le elezioni. «Abbiamo deciso per evitare incomprensioni di
rimandare questa visita ad un momento differente e pensiamo sinceramente che
non ci possa essere spazio in questo momento per incomprensioni, per ambiguità,
lo rifaremo in un secondo momento. Il 16 ottobre, come dicevo, è una ferita
ancora aperta».