È stata l’allegria
della comunità a rendere ancora più speciali i festeggiamenti per i
settant’anni di Rav Alberto Funaro nella gioiosa cornice del Tempio Maggiore di
Roma. Centinaia di persone sono accorse per le celebrazioni, nonostante la
maratona avesse reso difficile la circolazione. Il canto del Maestro Claudio Di
Segni ha accolto il festeggiato sorridente che, accompagnato dalla moglie Rita,
dai figli Ariel e Daniel e dai nipoti, si è seduto commosso tra la presidente
della comunità Ruth Dureghello e il Rabbino capo Riccardo Di Segni.
Tanti i
discorsi di auguri che hanno evidenziato l’appassionato e quotidiano lavoro del
rav negli anni, rilevando le sue grandi qualità e doti umane. Settanta è un
numero che cela molti significati nell’ebraismo ed è l’età della saggezza
radicata. Rav Di Segni lo ha elogiato come un esempio: «Rav Funaro ha uno
spirito di osservanza delle mitzvot, ha uno spirito dell’insegnamento»;
Dureghello ha evidenziato il grande lavoro di che Rav Funaro ha svolto in
questi anni «con serietà e semplicità»; Rav Benedetto Carucci, preside delle
Scuole ebraiche e coordinatore didattico del collegio rabbinico, ha rimarcato
il suo «costante riferimento alla piazza, come luogo aperto». Il Direttore del
coro del Tempio Maggiore Claudio Di Segni ha parlato della stima che ha per rav
Funaro e ha narrato aneddoti, anche canori, regalandogli uno spartito che spera
di sentir presto cantato da Funaro. Il canto gioioso dei bambini della scuola
ebraica ha rallegrato ulteriormente l’evento e meritato il sincero applauso di
tutti i presenti.
Commosso,
Rav Funaro ha espresso il suo forte attaccamento alla comunità: «Mi viene in
mente una frase del mio maestro, il morè Nello Pavoncello, che mi ha instillato
tanto amore per la comunità, e che come me è cresciuto qui in piazza. Mi diceva
“la comunità è mia!”. Io un po’ ho ereditato questo sentimento. Ho sempre
sentito mia la comunità e quando vedo qualcosa che non va bene, me la prendo
sempre molto». «I rabbanim hanno ricordato cose che mi hanno veramente
emozionato. Sono stato tutto il tempo con gli occhi lucidi e con il groppone.
Voglio ringraziare tutta la comunità, tutta la mia comunità, perché la sento
veramente nel cuore» ha aggiunto,
ringraziando in particolar modo Rav Riccardo Di Segni, suo amico, maestro e
vicino, nonché Ruth Dureghello per il lavoro svolto durante il suo mandato di
presidenza.
«Dall’età
di tre mesi sono rimasto sempre a scuola. Non sono più uscito. Domani mattina non
vedo l’ora di tornare a scuola dai miei studenti, che ringrazio molto». Con
grande affetto ha ringraziato la moglie Rita, i figli e nipotini, tutti seduti
in prima fila. Rav Funaro ha ricordato commosso i suoi genitori e i grandi
sacrifici che fecero per lui: «Diceva mia madre “quante cose mi sono tolta di
bocca per far studiare mio figlio”. È la verità».
Dopo il
discorso del festeggiato, la celebrazione è proseguita con un rinfresco nei
giardini del tempio, dove Rav Funaro veniva continuamente salutato dalle
centinaia di presenti che hanno provato tutti ad avvicinarsi per porgergli i
migliori auguri.
«Ci
rivediamo tra settant’anni!» ha concluso sorridendo Rav Funaro.
Tanti
auguri!