A 39 anni dall’attentato alla sinagoga di Roma, il responsabile del Gruppo Ebraico Volontari Gianni Zarfati, nella sua testimonianza a Shalom, racconta cosa avvenne prima, durante e dopo l’attacco terroristico: Zarfati sin dagli anni ’70 è un volontario della Comunità Ebraica di Roma, e assieme ad altri ebrei romani, aiutava nel presidio della sinagoga e di altri siti ebraici, soprattutto in un periodo in cui gli episodi di antisemitismo aumentavano ogni giorno.
Zarfati racconta a Shalom gli eventi che precedettero l’attentato alla sinagoga di Roma, campanelli d’allarme probabilmente sottovalutati dalle autorità: “La nostra comunità era completamente abbandonata” spiega Zarfati, sottolineando l’assenza delle forze dell’ordine a presidiare la sinagoga di Roma il giorno dell’attentato, in cui i terroristi palestinesi del gruppo di Abu Nidal uccisero all’uscita dall’edificio Stefano Gaj Tachè, bimbo di soli due anni, e ferirono 40 persone. Il 20 settembre dell’82, 19 giorni prima dell’attentato, Zarfati, assieme ad altri volontari, fu testimone di un episodio singolare e importante, che avrebbe dovuto allarmare le autorità e le forze dell’ordine. Ma non fu così.