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    Yeshiva World News rivela che il New York Times ha usato dati sbagliati per l’inchiesta sulle yeshivot

    Il New York Times in un articolo del 29 dicembre 2022, che faceva parte di un filone di inchieste in cui si attaccava il sistema educativo delle yeshivot dello Stato di New York, ha pubblicato dati errati sulle domande di sovvenzione chieste dalle scuole chassidiche per finanziare programmi educativi speciali per i ragazzi portatori di handicap. Secondo Yeshiva World News l’autore era a conoscenza di una discrepanza tra le informazioni fornite dai dirigenti scolastici e dai funzionari statali.

     

    La rivista ebraica in un articolo pubblicato ieri ha reso pubblica una mail del 4 novembre 2022 in cui il giornalista dietro l’indagine originale, Brian Rosenthal, chiede al Dipartimento dell’Istruzione pubblica dello Stato di New York di parlare della discrepanza in via non ufficiale. “Volevo anche aggiungere che ho scoperto che per alcune scuole, il numero di studenti che hanno classificato come special ed è superiore al loro numero complessivo degli iscritti. Fondamentalmente sto cercando di far quadrare i numeri di special ed e delle iscrizioni” lui scrive. “Per favore fatemi sapere se qualcuno è disponibile a parlare con me in via ufficiosa di questo. Lo apprezzerei davvero”, conclude l’email.

     

    Una yeshiva, individuata nell’articolo del 29 dicembre per avere il 59% dei suoi studenti che ricevono un’istruzione speciale, è arrivata al punto di assumere un avvocato per far sapere al famoso quotidiano newyorkese che stava per stampare un articolo con dati sbagliati, perché effettivamente meno del 20% degli studenti usufruiva di tali servizi. Tuttavia i legali del New York Times hanno difeso la loro versione.

     

    Il rabbino Moshe Dovid Niederman ha affermato a Yeshiva World News che “il Times non ha riportato obiettivamente i fatti sulle yeshivot, ma spingeva la sua narrativa anti-yeshiva”. “Ora che sono stati smascherati, dovrebbero presentare scuse pubbliche alle yeshivot”.

     

    “Normalmente è molto difficile stabilire che un giornalista abbia agito con effettiva malizia. – ha spiegato l’avvocato Avi Schick – Ma la rivelazione di questa e-mail dimostra che Rosenthal sapeva che i dati su cui faceva affidamento non erano accurati”.

    Gli esperti consultati dalla rivista ebraica hanno spiegato che i dati statali probabilmente contenevano cifre cumulative piuttosto che annuali per le scuole. E quindi le cifre comprendono anche gli studenti che avevano usufruito dei servizi negli anni precedenti, ma che si erano già diplomati o avevano lasciato la scuola.

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