Viviana Kasam, è il nome di una donna straordinaria, gigantesca. Ci ha lasciato all’età di 77 anni, strappata improvvisamente a una vita vissuta con intensità e passione. Nata in una famiglia di benefattori, figlia di Dolphy e Stella Goldstein Goren, che si distinsero per il loro impegno in favore delle istituzioni ebraiche in Israele e in Italia, Kasam ha saputo portare avanti un’eredità di altruismo e dedizione, tracciando un percorso personale che ha unito giornalismo, cultura, scienza e memoria storica.
Giornalista per il Corriere della Sera dal 1975 al 2007, tra i fondatori di canale 5 e nominata Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti di lavoro, Viviana è stata una mente eclettica, capace di spaziare tra diversi ambiti e portare alla luce progetti unici, unendo il rigore della cronaca a una visione culturale ampia e inclusiva. La sua carriera è stata segnata da iniziative internazionali di enorme valore, soprattutto nel campo della musica e della scienza.
Nel 2009, l’ingresso nel board dell’Università di Gerusalemme è stato per lei un momento decisivo. È qui che Kasam ha scoperto il prestigioso ELSC, uno dei centri di ricerca sul cervello più avanzati al mondo. Da quell’incontro folgorante con i massimi esperti di neuroscienze è nata la spinta a contribuire a questo settore, fondando nel 2010 BrainCircle Italia, una piattaforma che ha segnato una svolta nella comunicazione e divulgazione scientifica. Sotto l’egida del premio nobel Rita Levi Montalcini, l’associazione ha puntato a diffondere la ricerca neuroscientifica attraverso conferenze, mostre e dibattiti, aprendo al grande pubblico le porte di un mondo complesso e affascinante.
Per Kasam, la scienza non era solo una disciplina accademica, ma una parte fondamentale della cultura, uno strumento per comprendere l’essenza dell’essere umano. BrainCircle Italia è diventata così una rete di collegamento tra neuroscienziati, artisti e società , offrendo una piattaforma unica per chi desiderava comprendere meglio il funzionamento del cervello e della mente umana. Tra le sue molte iniziative, il BrainForum ha attirato l’attenzione mondiale, riunendo alcuni dei più grandi nomi della ricerca neuroscientifica, in un crescendo di partecipazione e successo.
Ma la sua influenza non si è fermata alla scienza. Kasam è stata anche l’ideatrice di concerti dedicati alla memoria della Shoah, eventi unici per la loro profondità e valore simbolico. Il primo di questi, “I violini della Speranza”, in cui suonarono insieme, per la prima volta in Italia, dodici violini e un violoncello sopravvissuti alla Shoah, ciascuno con la sua storia drammatica, ritrovati e restaurati dal liutaio israeliano Amnon Weinstein. Fu trasmesso in diretta dalla Rai e sostenuto dalla Presidenza del Consiglio insieme all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Replicato il 27 gennaio 2015 dai Berliner Philarmoniker a Berlino, con la direzione di Simon Rattle, alla presenza del Parlamento tedesco e della Ministro Wolfgang Schaeuble. Per questo concerto, lo Stato di Israele ha emesso un francobollo commemorativo.
«La Shoah non è la nostra identità, non c’è alcun merito ad essere stati delle vittime. Rischiamo di trasformare di nuovo i morti in numeri: per questo usiamo la musica, perché restituisce l’anima delle persone», ha affermato Kasam in occasione di una delle edizioni di questi concerti, parole che riflettono il suo impegno nel dare voce alle storie umane oltre la tragedia.
Con la sua scomparsa, il mondo perde una visionaria, una donna che ha saputo intrecciare il sapere con la passione, ma l’eredità che Viviana Kasam lascia è immensa. Il suo impegno per la filantropia, la sua capacità di unire persone e idee, e il suo straordinario contributo alla cultura scientifica e alla memoria collettiva rappresentano un patrimonio inestimabile.
Che il suo ricordo sia di benedizione, e che la sua eredità continui a ispirare e a far crescere nuove generazioni di studiosi, artisti e pensatori.