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    Victor Fadlun: “Il silenzio degli altri è complice del Male”. La lettera del presidente Cer a Repubblica

    “L’orrore del 7 ottobre sembra non avere più fine”. Inizia così la lettera a Repubblica del presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun. Alla luce degli ultimi avvenimenti che riguardano l’assassinio dei sei rapiti, vittime della violenza omicida dei terroristi di Hamas, Fadlun sottolinea che oltre agli ‘ostaggi israeliani’, così definiti dalle cronache, il 7 ottobre sono stati uccisi o portati a Gaza anche cittadini di 23 nazionalità e fedi religiose diverse “segnati agli occhi dei terroristi da quella che per gli antisemiti di ogni epoca è la colpa di essere ebrei o amici degli ebrei”.
    “È giusto difendersi e combattere su più fronti come sta facendo Israele, per impedire che si ripeta lo sconfinamento di migliaia di terroristi impegnati per ore a massacrare, violentare, uccidere civili, dai neonati ai nonni? – si interroga il presidente – E fare in modo che in futuro l’Iran, che ha armato e finanziato tutti i gruppi terroristici della regione, dalla Siria allo Yemen, dal Libano a Gaza, non abbia la capacità di distruggere e cancellare dalle mappe Israele, come da sempre minaccia? È accettabile che nel nord di Israele la popolazione sia costretta a subire il lancio indiscriminato e regolare di razzi di Hezbollah?”.
    Mentre ora Israele sta garantendo la distribuzione di vaccini antipolio ai bambini palestinesi in collaborazione con organismi internazionali, “a Gaza non c’è segno di una rivolta contro Sinwar e le sue milizie, e i civili si trovano a essere usati come scudi umani nelle scuole e negli ospedali trasformati in postazioni per i lanciarazzi. – continua Fadlun – In Israele assistiamo da settimane a proteste e manifestazioni, a un dibattito politico accesissimo nonostante il Paese sia in guerra, al governo che deve confrontarsi con l’opposizione e la pubblica opinione”.
    “Israele è una democrazia che si basa sul consenso e garantisce la libertà di parola, i diritti civili e politici. È l’unica democrazia di tutta la regione. Ed è minacciata dai regimi che la circondano. – aggiunge Fadlun . “Quasi un anno dopo la più atroce mattanza di ebrei e israeliani dalla Seconda guerra mondiale abbiamo dovuto prendere atto dell’esecuzione a bruciapelo di altri ostaggi. – chiude il presidente – Trecentotrenta giorni dopo il 7 ottobre, giorni passati invano: aguzzini e terroristi sono ancora al lavoro. I giovani trucidati hanno tutti presumibilmente affrontato, prima di morire, l’inferno in terra. Eppure, sul banco degli imputati è Israele. E noi ebrei, in Europa e in tutto il mondo, siamo additati e boicottati. Sempre più difficile è riuscire a squarciare il velo dell’ipocrisia e denunciare il Male che, allora come oggi, ha un complice potentissimo: il silenzio degli altri”.

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