L’ultima vignetta di Riccardo Mannelli mi ha fatto venire un’idea. Rispolveriamo “La difesa della razza”, in tanti ne conservano ancora una copia nel cassetto, anche se non lo dicono in giro. Era la rivista italiana razzista e antisemita, un potentissimo strumento di comunicazione, pubblicata dal ’38 al ’45, un periodo intenso con tanti avvenimenti, forse ne ricordate qualcuno: le leggi razziali, le deportazioni, le stragi nazifasciste, la Shoah e così via. Nella rivista c’erano tante vignette satiriche, che ridere davanti a tutti quei nasi adunchi, a quelle barbe incolte, a quegli sguardi maligni e diabolici, mentre gli ebrei veri bruciavano ad Auschwitz. Che bella satira, spingeva a riflettere, si, su come superare i propri limiti e diventare ancor più razzisti e antisemiti. Insomma, quella tradizione poi è andata orgogliosamente avanti, tanti disegnatori si sono sbizzarriti in questi decenni a distorcere volti e realtà per dire che gli ebrei sono “brutti e cattivi” e a ricordare che gli israeliani sono “perfidi” perché ebrei, a rispolverare gli stereotipi di odio antiebraico. Alcuni vignettisti hanno fatto questo lavoro con grande devozione e tenacia, soprattutto quando Israele combatteva per non essere annientato, ricorderete la satira sui giornali che anticipava le bombe al Tempio Maggiore di Roma, gli attentati contro gli ebrei in Europa. Erano i primi anni ’80, tornava il clima afoso da ’38, proprio come oggi con “L’ebreo ab/errante” sul Fatto Quotidiano. Perché la satira deve essere divertente, dirompente, coraggiosa, può sospendere qualsiasi legame con la realtà a patto che inviti il lettore ad una riflessione, che sia etica, che sia vera. Per colpire nel segno può anche prendersi qualche licenza nostalgica, piegarsi ad antichi e pericolosi stereotipi, ispirarsi alla gloriosa rivista italiana fondata nel ’38. Oggi un lettore ci ha raccontato che ieri ad una riunione di lavoro, mentre si parlava del più e del meno, tra cioccolatini e caffè vari, un signore (per modo di dire) ha detto che vorrebbe vedere tutti gli ebrei morti, specificando “ma proprio tutti”. È rimasto molto indignato, quando qualcuno si è permesso di dargli dell’antisemita.