“Gaza. Uno sguardo agli occhi della barbarie”
ha vinto, il 3 febbraio 2019, il Premio spagnolo Goya
per il miglior cortometraggio documentale.
I
registi, Carles Bover e Julio Pérez del Campo, hanno asserito che questo premio
“comporta un’occasione unica di vedere la realtà che subisce la popolazione
palestinese nella Frangia di Gaza e di infrangere così il silenzio mediatico
attraverso la cultura”, denunciando “innumerevoli tentativi di censura”. Così,
il documentale diventa uno strumento di trasformazione sociale e, nel caso dei
premi Goya, trasforma la cultura ed il cinematografo nelle sole armi contro la
barbarie”. Julio Pérez del Campo, uno dei registi, ha dedicato il premio a chi è stato colpito
dal terrorismo sionista, invitando a non
legittimare i Paesi che violano sistematicamente i diritti umani. Non si deve
essere complici dell’apartheid
israeliano, ha soggiunto. “ No ad Israele in Eurovisione”.
Non
è dato sapere perché Israele sarebbe così interessata a
Gaza, evacuata ben quattordici anni fa: che alcuni ebrei israeliani siano
ipercritici nei confronti dei bombardamenti con razzi Qassam? Gli ebrei – si sa
– sono proprio bizzarri.