“Una volta c’era il complotto giudaico-bolscevico adesso è chiamato solo il complotto ebraico. La verità è che il complotto internazionale è contro di me. Quando combatto la discriminazione, l’esclusione razziale, i regimi totalitari, porto avanti la missione della mia vita, in trasparenza”. A dirlo è George Soros, il finanziere simbolo dell’ultimo secolo, parlando a “La Repubblica. “Sono nato nel 1930 in una famiglia della classe media a Budapest. Come molti altri ebrei, quando la Germania nazista occupò l’Ungheria nel marzo del 1944, sarei morto se mio padre non avesse capito prima della maggioranza della gente cosa sarebbe successo” sottolinea. Non c’è contraddizione fra la sua passione per l’Europa e l’azione speculativa che all’epoca attaccò il Sistema monetario europeo? “C’era una inefficienza di mercato, ho visto un’opportunità. Era una scommessa asimmetrica a mio favore -afferma- su cui puntavo tutto il mio capitale. Non ho nessuna remora, sono soltanto arrivato primo e c’è sempre un rischio”. Soros parla di una “crisi più grave dalla Seconda Guerra Mondiale” e sottolinea che “l’Europa è molto più vulnerabile, più degli Stati Uniti” e che ha nemici “sia interni che sterni”. “Trump sarà un fenomeno transitorio che spero si concluderà già alle elezioni di novembre” sottolinea il finanziere. Riguardi nemici interni dell’Ue, Soros cita “Viktor Orbàn in Ungheria e Jaroslaw Kaczynski in Polonia”. “La mia principale preoccupazione però riguarda l’Italia. La popolarità di Salvini “è in declino ma è in ascesa quella Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, ancora più estremista e della stessa coalizione” dice Soros. Tra i nemici esterni Soros guarda alla Cina. “La Russia era il nemico più pericoloso ma la Cina l’ha superata” afferma. (Sec/Adnkronos)