L’esecuzione
Fa molto caldo domenica pomeriggio a Teheran. In un vialone del centro della città, su cui si affaccia il Parlamento, intitolato ai Mojahedin e-Eslam, cioè ai combattenti per l’Islam, una macchina è parcheggiata davanti a un palazzo di appartamenti. Si avvicinano due motociclisti e in maniera calma e precisa scaricano cinque colpi addosso al guidatore che muore immediatamente. I motociclisti si allontanano senza lasciare traccia. Il cadavere sarà scoperto dalla moglie.
L’ucciso
La vittima dell’esecuzione si chiamava Hassan Sayyad Khodaei, di mestiere faceva il colonnello delle Guardie rivoluzionarie dell’Iran (Islamic Revolutionary Guards Corps, IRGC), quel corpo militare che è la guardia pretoriana del potere iraniano e rientra negli elenchi americani ed europei delle organizzazioni terroristiche. Sono talmente pericolosi che quando l’Iran ha posto come condizione per firmare l’accordo con gli Usa che l’IRGC fosse tolto dalla lista dei terroristi, neanche Biden, che vuole assolutamente l’accordo, ha potuto accettare tale condizione.
Chi era Khodaei
L’ucciso era stato fra gli assistenti di Qasem Soleimani, il generale capo dell’IRGC ucciso dagli americani due anni fa. Costui era il responsabile del progetto imperialistico dell’Iran e l’architetto dell’assalto a Israele. Al contrario di Soleimani, Khoadei non era un capo militare sul terreno, ma un organizzatore di operazioni clandestine. Badava bene a non essere mai citato, a non indossare l’uniforme e a non comparire nelle cerimonie pubbliche. E’ stato definito dalle fonti iraniane “difensore del santuario”, un termine che l’Iran usa per giustificare la sua presenza nella guerra in Siria e per identificare coloro che combattono per lo Stato Islamico. Ma in sostanza era il capo dei progetti terroristici iraniani contro ebrei e israeliani. Era stato per esempio coinvolto nel tentativo ssventato dal Mossad di assassinare tre persone, incluso un impiegato del consolato israeliano, in Turchia. È probabile che Khodayari fosse anche dietro il complotto iraniano contro l’uomo d’affari israeliano Teddy Sagi a Cipro, che il governo israeliano ha rivelato in ottobre, così come i tentativi di danneggiare altri uomini d’affari israeliani in Africa, Sud America e Turchia.
Quel che ha detto l’Iran
Le fonti del regime iraniano hanno detto che si tratta di un “attentato criminale” e l’hanno attribuito alle agenzie spionistiche israeliane. Hanno anche annunciato subito di aver catturato una cellula del Mossad, ma senza dire che si tratta degli autori dell’attentato. E’ probabilmente una pura mossa di propaganda, non si sono più avute notizie in merito
Il contesto
Fra Israele e l’Iran c’è una guerra esplicita e dichiarata da tutte e due le parti, anche se per nulla convenzionale. Si svolge con il tentativo dell’Iran di costruire una potente organizzazione militare ai confini di Israele, contrastata dai bombardamenti dell’aeronautica israeliana; come pure con l’armamento dei terroristi di Hezbollah, Hamas, Jihad Islamica e Fatah, che sparano razzi e compiono attentati su comando dell’Iran. E anche sul piano delle azioni segrete. Di recente è stato reso pubblico il tentativo dei servizi iraniani di attirare fuori dal paese, per ammazzarle o rapirle, personalità eminenti come l’ex capo di stato maggiore e ministro della difesa Ya’alon, oltre ad altri politici, intellettuali e giornalisti.
Il Mossad in Iran
I servizi segreti israeliani, a quel che si dice, sono anche più presenti e certamente assai più efficaci a Teheran. Diversi dirigenti del progetto di armamento atomico iraniano, scienziati che sono anche ufficiali dell’IRGC, sono stati eliminati da sconosciuti in maniera più o meno analoga a Khodaei. Fra essi spicca il capo del progetto Mohsen Fakhrizadeh, ucciso il 27 novembre 2020 da una mitragliatrice automatica che ha colpito la sua macchina. Altri sconosciuti hanno ripetutamente danneggiato i settori più sensibili dell’apparato di produzione atomico, con virus informatici, incendi e altri mezzi. Ha fatto anche molto rumore il furto della documentazione nucleare, custodita in un capannone di Teheran, poi esibita da Netanyahu all’Onu. Israele ha anche collaborato all’esecuzione di Soleimani e mostra di essere documentatissimo sull’esportazione di armi e militari in Siria e Libano, colpendo con grande sicurezza i rifornimenti terroristi. Insomma, il Mossad o chi per lui è molto ben istallato a Teheran. E’ stato di recente l’ex presidente Ahmadinedjad, grande nemico di Israele, ad accusare il vertice del suo paese di essere profondamente infiltrato. In ognuno di questi casi, l’Iran ha minacciato vendette tremende. Ma finora le sue azioni sono state tutte sventate. Il che non significa che non ci sia pericol