Un incendio doloso è divampato domenica scorsa nella sinagoga della città tunisina di Sfax. Come riportano i media locali, il fuoco è stato appiccato nel cortile, dove sono state bruciate dodici palme e danneggiate le finestre del luogo di culto. Un ufficiale dei servizi di soccorso della città ha dichiarato che i vigili del fuoco sono riusciti a controllare le fiamme e ad evitare che si propagassero all’edificio stesso. Ha aggiunto che contemporaneamente è scoppiato un altro incendio sul tetto di un vicino edificio residenziale. Attualmente non ci sono ebrei a Sfax e la sinagoga era abbandonata.
Questo è il secondo attacco registrato in Tunisia dopo lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas: nel primo, centinaia di persone hanno preso d’assalto e incendiato una sinagoga nella città di Al Hammah. Il luogo, purtroppo, ha subito gravissimi danni come anche la tomba di un rabbino del XVI secolo, storico sito di pellegrinaggio.
A metà degli anni ’50 la Tunisia contava oltre 100.000 ebrei residenti, la maggior parte dei quali ha lasciato il Paese, ad eccezione di circa un migliaio che si trova sull’isola di Djerba, sede della più antica sinagoga dell’Africa.
La Tunisia, come la maggior parte dei Paesi arabi, non ha relazioni diplomatiche con Israele.