Per il presidente americano, Donald Trump, il 2018 e’ stato un anno record di bugie. Ne ha dette, in media, 15 al giorno. E’ quanto scrive il Washington Post basandosi sul suo database di fact checking. In valori assoluti il capo della Casa Bianca, ha collezionato durante la sua presidenza un totale di 7.600 di affermazioni false o fuorvianti. A inizio 2018 era arrivato a 1.989, il resto lo ha accumulato nell’anno appena terminato. Triplicando i valori precedenti, spinto probabilmente anche dalla campagna elettorale per le midterm. Glenn Kessler, il fact checker del quotidiano di Washington, scrive che Trump ha cominciato con le dichiarazioni false gia’ il primo dell’anno, attaccando l’Iran, il New York Times e Hillary Clinton. Inoltre, si e’ intestato anche il merito della sicurezza dei voli commerciali negli Stati Uniti “nonostante non avvengano incidente dal 2009 e, soprattutto, non sia di sua competenza”. “Trump ha iniziato il 2018 con un ritmo simile a quello dell’anno scorso. Fino a maggio, in media ha registrato da 200 a 250 dichiarazioni false al mese. Ma il suo tasso e’ improvvisamente esploso a giugno, quando ha superato la quota 500, entrando in modalita’ campagna elettorale”, si legge sul Washington Post. “Ha fatto sempre 500 dichiarazioni false a luglio e in agosto, quasi 600 a settembre, oltre 1.200 in ottobre e quasi 900 A novembre. A dicembre e’ tornato alla media dei 200”. L’intensificarsi delle falsità di Trump c’è stato parallelamente al venire meno dei briefing con la stampa della sua portavoce. Le bugie sono state maggiori durante i comizi del presidente, tenuti come se stesse ancora (o già, se si pensa al 2020) in campagna elettorale. Il 17% delle falsità è stato scritto nero su bianco su Twitter.