Sono stati
trovati vivi e in buone condizioni i 12 ragazzi della squadra di calcio
thailandese, rimasti chiusi per nove giorni assieme al vice-allenatore 25enne
dentro una cava allagata al nord della Thailandia. I baby calciatori – che sono
stati trovati a 400 metri di profondità dai Navy Seals thailandesi – stanno bene,
ma ci vorranno mesi per portarli in salvo se non impareranno prima a immergersi
con l’attrezzatura da sub per tentare quella che sarebbe un’impresa quasi
disperata. I ragazzi si trovano infatti in unasorta di spiaggia a 4 chilometri
dall’imbocco della grotta Tham Luang, all’interno della quale si erano
rifuggiati.
I soccorritori
stanno sfidando l’innalzamento del livello dell’acqua per portare al gruppo
viveri sufficienti per quattro mesi e si cerca anche di installare una linea
elettrica e telefonica per consentire al gruppo di parlare con i familiari, ha
spiegato il governatore del Chiang Rai, Narongsak Osotthanakon, che dirige le
operazioni di soccorso. A tutti saranno impartite lezioni di nuoto per favorire
un’eventuale operazione di salvataggio. Nessuno di loro, infatti, sa nuotare, e
indeboliti come sono potrebbe essere fatale tentare di farli immergere al buio,
in acque fangose e tra forti correnti per fargli fare un tragitto che un sub
esperto dei Navy Seal impiega sei ore a percorrere. Per ora, quindi, la
priorita’ dei soccorritori resta quella di pompare via l’acqua dalla grotta
(10.000 litri all’ora) per aprire un varco asciutto. Le piogge previste nei
prossimi giorni, pero’, rischiano di allungare i tempi e richiedere
“mesi” per un salvataggio senza doversi immergere, come ha spiegato
il capitano della Marina Anand Surawan. Un’alternativa potrebbe essere quella
di aprire un varco dall’alto per tirarli fuori e in questo senso proseguono le
esplorazioni per uno scavo.
I ragazzi,
tutti baby-calciatori di eta’ compresa tra gli 11 e i 16 anni, e il loro
allenatore 25enne erano semisvenuti in un’area
asciutta, una sorta di spiaggia, all’interno della grotta: da giorni i
soccorritori cercavano quella spiaggia, di cui conoscevano l’esistenza ma che
non riuscivano a individuare. Il gruppo era entrato nella grotta il 23 giugno
dopo un allenamento e poco dopo le forti
piogge monsoniche avevano bloccato l’uscita. Nel complesso le condizioni
di salute dei 13 sono stabili e nessuno e’ in condizioni critiche: la temperatura
sulla ‘spiaggia’ e’ di 26 gradi e l’acqua che cade dalle pareti ha evitato il
pericolo di disidratazione. A tutti sono stati forniti cibo e liquidi per una graduale ripresa. Il video del primo
contatto con i ragazzi e’ stato postato
su Facebook dai Navy Seals thailandesi. Vicino alla grotta ci sono i
genitori, accolti in una stanza protetta, che alla notizia del contatto si sono
lasciati andare a lacrime di gioia. All’operazione di ricerca hanno partecipato
soccorritori da sette paesi, tra cui cinesi, americani, britannici e australiani,
che affiancano un migliaio di militari thailandesi presenti sul posto.