Il Comitato Olimpico Internazionale ha condiviso nei giorni scorsi che le federazioni sportive di tutto il mondo devono permettere agli atleti di tutti i paesi di partecipare alle competizioni, senza esclusioni. Il tutto è scaturito da quanto accaduto durante un campionato in Malesia, annullato successivamente, perché si è scelto di vietare la partecipazione allo Stato d’Israele.
“Esortiamo tutte le federazioni internazionali ad essere estremamente vigili nell’assegnare e organizzare le competizioni sportive”, ha scritto in una missiva il Direttore sportivo del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) Kit McConnell e il Direttore dell’unione olimpica James Macleod.
Il CIO ha aggiunto che i leader delle federazioni sportive devono ottenere una dichiarazione scritta dal governo del paese ospitante del torneo, sottoscrivendo che tutti gli atleti e le squadre ammissibili saranno in grado non solo di competere equamente ma soprattutto di essere trattati in maniera imparziale, senza discriminazioni di alcun genere.
La lettera citava la cancellazione dei Campionati mondiali di squash a squadre di questo mese a Kuala Lumpur, in cui la Malesia si è rifiutata di consentire agli atleti israeliani di entrare nel paese. Faceva inoltre riferimento anche alla Serbia, che non aveva permesso alla squadra di boxe del Kosovo di competere nel Campionato mondiale AIBA che si è svolto lo scorso 24 ottobre.
Il CIO ha spiegato che lavorerà con i Comitati olimpici nazionali di Malesia e Serbia per determinare una soluzione a quanto accaduto, e che, qualora non si trovasse un compresso, “si escluderebbe dal diritto di ospitare eventi sportivi internazionali fino a quando tutte le garanzie necessarie non potranno essere ottenute e rispettate”
Le linee guida espresse nella lettera faranno parte dei “principi fondamentali che governano il Movimento Olimpico”, lo ha condiviso il CIO.