È il primo atleta israeliano ad aver gareggiato in Arabia Saudita. Il ventottenne Shachar Sagiv, lo scorso 29 ottobre, ha partecipato alla tappa finale della Super League Triathlon Championship Series, a Neom, città saudita che sta nascendo a nord del Mar Rosso.
La presidente del Comitato Olimpico d’Israele Yael Arad ha definito la presenza di Sagiv “una svolta molto significativa”, come riporta i24news. “In quest’ultimo anno abbiamo visto come molti Stati arabi abbiano riconosciuto che ospitare un torneo internazionale significa ospitare anche atleti israeliani – ha detto in una nota Arad – Questa è una tendenza in crescita e la vera forza della normalizzazione tra le nazioni, in particolare tra le persone”.
Sagiv ha concluso la quinta tappa di Neom al 9° posto ed è arrivato 18esimo nella classifica finale della Super League Triathlon. “Shachar è venuto qui non solo per fare la storia a livello professionale ma anche a livello diplomatico” ha commentato il suo allenatore Lior Cohen su Facebook.
Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 Shachar Sagiv e il fratello Ran hanno battuto il record israeliano, classificandosi rispettivamente al 20° e al 35° posto nella gara di Triathlon. Prima di loro, un solo triatleta israeliano aveva partecipato ai Giochi Olimpici.
Il 5 e 6 novembre Sagiv gareggerà nella tappa di Bermuda alla World Triathlon Championship Series, con l’obiettivo di qualificarsi alle Olimpiadi di Parigi 2024.
La partecipazione dell’atleta alla competizione internazionale è arrivata dopo la decisione dello scorso luglio da parte dell’Arabia Saudita di aprire il suo spazio aereo alle compagnie aeree israeliane e dopo la recente concessione di visti speciali a imprenditori e giornalisti israeliani. Tuttavia, l’Arabia Saudita non ha aderito agli Accordi di Abramo del 2020 mediati dagli Stati Uniti, che hanno permesso ad Israele di stabilire legami con Emirati Arabi Uniti e Bahrain.
Prima di partire per la città di Neom, Sagiv aveva affermato: “Sono entusiasta di essere il primo atleta a competere in Arabia Saudita. Questa è la prova che lo sport unisce le persone e le nazioni”.