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    Scattate le prime sanzioni americane contro l’Iran

    Sono scattate alla mezzanotte di ieri le prime sanzioni americane contro l’Iran con l’obiettivo di costringere il regime degli ayatollah a modificare la propria politica espansionistica e di sostegno al terrorismo. Teheran ora non potrà più acquistare dollari, oro e altri metalli preziosi. Sarà inoltre vietato sottocrivere titoli del debito sovrano iraniano.

    Per l’amministrazione Trump si tratta solo di una tranche di nuove sanzioni contro l’Iran, che seguono alla decisione Usa di uscire dall’accordo nucleare con Teheran tuttora sostenuto invece dall’Unione Europea e dalla comunità internazionale. Le sanzioni adesso reimposte colpiscono, in particolare, attività sull’oro e in settori quasi aeronautica e auto ma saranno seguite, dal 5 novembre, da provvedimenti molto più pesanti, rivolti contro il petrolio e le transazioni della Banca centrale del Paese con istituzioni estere. Dalla Casa Bianca Donald Trump ha fatto sapere che gli Stati Uniti «sono pienamente impegnati nell’applicazione di tutte le sanzioni e lavoreranno con le nazioni che conducono business con l’Iran per assicurarne il rispetto». Individui e entità che non cessino attività con l’Iran nei tempi previsti «rischiano severe conseguenze», ha minacciato, sottolineando che «numerose aziende internazionali hanno già annunciato l’intento di lasciare il mercato iraniano» mentre «molti paesi hanno indicato che ridurranno o elimineranno l’importazione di greggio» da Teheran. Trump ha affermato che l’obiettivo è la massima pressione sull’Iran perché «cambi il suo minaccioso, destabilizzante comportamento». Dall’Europa non è tardata la risposta, che ha evidenziato le tensioni tra alleati transatlantici: un comunicato congiunto del responsabile di politica estera della Ue Federica Mogherini e dei ministri degli Esteri di Francia, Germania e Gran Bretagna ha definito l’attuale intesa con l’Iran, il Jcpoa, «cruciale» per la sicurezza mondiale, esprimendo «profondo rammarico» per il ritorno delle sanzioni. 

    Più in dettaglio le sanzioni appena scattate riguardano l’acquisto di dollari da parte iraniana; il commercio in metalli preziosi; grafite, alluminio acciaio, carbone e software per l’industria; transazioni sulla valuta locale, il Rial; attività di emissione di debito sovrano. Nel mirino sono poi l’auto, un mercato da 1,6 milioni di veicoli, il dodicesimo mondiale, cresciuto del 18% l’anno scorso e con una forte presenza francese a cominciare dalla Psa. E la vendita di aerei civili, dove la messa al bando di licenze ha bloccato contratti per quasi 40 miliardi di Airbus e Boeing. Verranno inoltre vietati prodotti iraniani dai tappeti ai pistacchi. A novembre entreranno in vigore ulteriori nuove sanzioni sull’export di petrolio, che rappresenta quasi un quinto del Pil iraniano, accanto a stop a operazioni nell’energia e nei porti, spedizioni e costruzioni navali, oltre a qualunque rapporto con la Banca centrale di Teheran. Trump aveva denunciato in maggio l’intesa con l’Iran, firmata nel 2015 da Barack Obama e che in cambio di una rinuncia verificata ad ambizioni atomiche militari eliminava di sanzioni economiche, definendola «terribile».

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