Classe 1931, Sandro Anticoli ha compiuto il Bar-Mitzvà, la maggiore età religiosa, presso il Tempio dei Giovani di Roma. Questa ricorrenza, che tradizionalmente avviene al compimento dei tredici anni, segna il passaggio dal mondo infantile a quello adulto e consente, nel caso dei soli maschi, di entrare a far parte del Minian: i dieci uomini necessari per svolgere la funzione religiosa. Un’occasione giunta dopo settantasette anni, perché nel 1944 la guerra era ancora in corso ed aveva costretto Sandro, in quanto ebreo, a rifugiarsi. Venne nascosto all’interno della scuola Pio XI, adiacente alla parrocchia dei Salesiani a Roma, che non chiese mai nulla in cambio e soprattutto, ricorda Sandro con molta emozione, non tentò mai di convertirlo. Una storia emozionante, di coraggio e solidarietà che ha permesso il proseguirsi della vita, nonostante le atrocità antisemite perpetrate durante le persecuzioni nazifasciste. “Mi sono sentito ancora appartenente alla mia fede. Non che prima non mi ci sentissi, ma ho avuto la conferma – ha raccontato Sandro Anticoli – È un’emozione indescrivibile, un bilancio della vita. Mi rimarrà tantissimo di questa giornata e sono felice di averla vissuta nella maniera più intensa e completa. Il riscatto di un bambino di tredici anni, è un regalo della vita”. La celebrazione è avvenuta in un luogo simbolo della vera resistenza ebraica. Infatti, il Tempio dei Giovani fu l’unica Sinagoga a restare aperta durante la guerra, grazie al coraggio dimostrato dall’emerito Rav Panzieri, Z”L, che proseguì le funzioni fin quando fu possibile. Quel luogo che, il 5 giugno del 1944, vide l’arrivo della Brigata Ebraica e la prima Tefillà recitata da uomini liberi, e che ha accolto Sandro Anticoli per riparare ad una mancanza durata troppi anni. Un desiderio reso possibile dal figlio Giulio e dall’intervento di Sandro Di Castro, Responsabile della Sinagoga, che si è adoperato per rendere omaggio ad una storia di così grande importanza. “E’ un momento simbolico – ha detto – Quando ho saputo cheil Signor Sandro non aveva potuto compiere il Bar Mitzvà, ci siamo sentiti col figlio per fargli mettere Talled e Tefillin, e dargli una chiamata a Sefer. Un piccolo gesto, ma molto significativo”. All’evento ha preso parte la famiglia Anticoli, la Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, ed anche le rappresentanze della scuola Pio XI, sia il Preside che il Parroco, i quali hanno ricordato le coraggiose azioni dei loro predecessori e ribadito che “fare del bene è un dovere”. In passato, inoltre, il Preside dell’istituto è stato anche partecipe della realizzazione di una docu-fiction sulla storia dei molti ragazzi che furono nascosti in quel luogo, tra cui anche quella di Sandro Anticoli a cui è stato rinnovato l’invito per raccontare la personale testimonianza alle generazioni future. La cerimonia si è conclusa con la solenne benedizione sacerdotale, che testimonia il rinnovamento del popolo d’Israele anche in grandi occasioni come questa.