“Un’operazione CRIMINALE”. Così Damasco considera il blitz con cui Israele ha aiutato 800 volontari siriani dei caschi bianchi e loro familiari a uscire dalla Siria per mettersi in salvo. “L’operazione CRIMINALE effettuata da Israele e dai suoi agenti nella regione rivela la vera natura dei cosiddetti ‘caschi bianchi’, che rappresentano una minaccia, già denunciata dalla Siria, per la sicurezza e la stabilità nel Paese e nella regione a causa della loro natura terroristica”, scrive l’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana citando una fonte del ministero degli Esteri di Damasco. “Israele – prosegue la “fonte ufficiale” – ha sempre mentito affermando di non avere alcuna relazione con la guerra scatenata in Siria, ma ha fatto passare centinaia di membri dell’organizzazione terroristica dei ‘caschi bianchi’ e leader di altri gruppi terroristici armati in collaborazione con i governi di Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Canada”. I caschi bianchi sono volontari dediti a salvare i civili dalle aree colpite da raid e bombardamenti in Siria. Operano dal 2013 solo nelle zone in mano all’opposizione armata e affermano di aver salvato in questi anni più di 100mila persone. Nel 2016 sono stati candidati al Premio Nobel per la Pace. Damasco, oltre ad accusarli “terrorismo”, sostiene diffondano notizie false. Secondo la Bbc, sono circa 422 le persone che nel fine settimana sono riuscite a lasciare il territorio siriano, raggiungendo le Alture del Golan per poi essere trasferite in Giordania. Si tratta, stando a quanto riportato, di un centinaio di caschi bianchi che con i loro familiari erano rimasti intrappolati in un’area della Siria sudoccidentale nel mezzo dell’avanzata dei lealisti. Le forze di sicurezza israeliane (Idf) hanno fatto sapere di essere intervenute su richiesta di Stati Uniti, Gran Bretagna e altri Paesi europei. Il piano prevedeva inizialmente il trasferimento di 800 persone e si teme per le sorti del resto del gruppo.